Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto LXXIII
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Sonetto LXXIII
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SONETTO LXXIII.
Q
Uando giugne per gli occhi al cor profondo L’immagin donna, ogni altra indi si parte;
E le vertù che l’anima comparte,
4Lascian le membra quasi immobil pondo:
E del primo miracolo il secondo
Nasce talor: che la scacciata parte,
Da sè stessa fuggendo arriva in parte
8Che fa vendetta, e ’l suo esilio giocondo.
Quinci in duo volti un color morto appare:
Perchè ’l vigor, che vivi gli mostrava,
11Da nessun lato è più là dove stava.
E di questo in quel dì mi ricordava
Ch’i’ vidi duo amanti trasformare,
14E far, qual'io mi soglio in vista fare.