Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto LXVIII

Sonetto LXVII Sonetto LXIX

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SONETTO LXVIII.


F
Uggendo la prigione ove Amor m’ebbe

     Molt’anni a far di me quel ch’a lui parve,
     Donne mie, lungo fora a ricontarve,
     4Quanto la nova libertà m’increbbe.
Diceami 'l cor, che per sè non saprebbe
     Viver un giorno: e poi tra via m’apparve
     Quel traditor' in sì mentite larve,
     8Che più saggio di me inganato avrebbe:
Onde più volte sospirando indietro,
     Dissi, Ohimè, il giogo, e le catene, e i ceppi
     11Eran più dolci che l’andare sciolto.
Misero me! che tardo il mio mal seppi:
     E con quanta fatica oggi mi spetro
     14De l’error' ov’io stesso m’era involto!