Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto LIII

Sonetto LII Canzone XVII

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SONETTO LIII.


B
En sapev'io che natural consiglio,

     Amor, contra di te giammai non valse,
     Tanti lacciuol’, tante impromesse false,
     4Tanto provato avea ’l tuo fero artiglio.
Ma novamente (ond’io mi meraviglio)
     Dirol come persona a cui ne calse;
     E che ’l notai là sopra l’acque salse,
     8Tra la riva Toscana, e l’Elba, e'l Giglio,
I’ fuggia le tue mani, e per cammino
     Agitandom’i venti, e ’l cielo, e l’onde
     11M’andava sconosciuto, e pellegrino;
Quando ecco i tuoi ministri (i’ non so donde:)
     Per darmi a diveder, ch’al suo destino
     14Mal chi contrasta, e mal chi si nasconde.