Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto CXLV
Questo testo è incompleto. |
Sonetto CXLV
◄ | Sonetto CXLIV | Sonetto CXLVI | ► |
SONETTO CXLV.
A
Mor mi sprona in un tempo, ed affrena; Assecura, e spaventa; arde, ed agghiaccia;
Gradisce, e sdegna, a sè mi chiama, e scaccia:
4Or mi tene in speranza, ed or' in pena.
Or alto, or basso il mio cor lasso mena,
Onde ’l vago desir perde la traccia;
E ’l suo sommo piacer par che li spiaccia;
8D’error sì novo la mia mente è piena.
Un' amico pensier le mostra il vado,
Non d’acqua che per gli occhi si risolva,
11Da gir tosto ove spera esser contenta:
Poi; quasi maggior forza indi la svolva;
Conven ch’altra via segua, e mal suo grado
14Alla sua lunga, e mia morte consenta.