Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto CLIII

Sonetto CLII Sonetto CLIV

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SONETTO CLIII.


S
E Virgilio, e Homero avessin visto

     Quel Sole il qual vegg’io con gli occhi miei,
     Tutte lor forze in dar fama a costei
     4Avrian posto, e l’un stil coll’altro misto:
Di che sarebbe Enea turbato, e tristo.
     Achille, Ulisse, e gli altri semidei;
     E quel che resse anni cinquantasei
     8Sì bene il mondo, e quel ch’ancise Egisto.
Quel fior' antico di virtuti,, e d’arme
     Come sembiante stella ebbe con questo
     11Novo fior d’onestate, e di bellezze!
Ennio di quel cantò ruvido carme;
     Di quest’altr'io: ed o pur non molesto
     14Gli sia 'l mio ingegno, e ’l mio lodar non sprezze!