Le rime di M. Francesco Petrarca/Canzone XIII
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Canzone XIII
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CANZONE XIII.
Q
Uel foco ch’io pensai che fosse spento Dal freddo tempo, e da l’età men fresca,
Fiamma, e martir nell’anima rinfresca.
Non fur mai tutte spente, a quel ch’i’ veggio;
5Ma ricoperte alquanto le faville:
e temo, no ’l secondo error sia peggio.
per lagrime ch’io spargo a mille a mille,
conven che ’l duol per gli occhi si distille
dal cor, ch’ha seco le faville, e l’esca,
10non pur qual fu, ma pare a me che cresca.
Qual foco non avrian già spento, e morto
L’onde che gli occhi tristi versan sempre?
Amor (avegna mi sia tardi accorto)
Vuol che tra duo contrari mi distempre:
15E tende lacci in sì diverse tempre,
Che quand’ho più speranza che ’l cor n’esca,
Allor più nel bel viso mi rinvesca.