Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto XLIII

Canzone XIII Sonetto XLIV

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SONETTO XLIII.


S
E col cieco desir che ’l cor distrugge,

     Contando l’ore non m’ingann' io stesso;
     Ora mentre ch’io parlo, il tempo fugge
     4Ch’a me fu inseme: ed a mercè promesso.
Qual ombra è sì crudel che ’l seme adugge
     Ch’al desiato frutto era sì presso?
     Et dentro dal mio ovil qual fera rugge?
     8Tra la spiga, e la man qual muro è messo?
Lasso, nol so: ma sì conosco io bene,
     Che per far più dogliosa la mia vita
     11Amor m’addusse in sì gioiosa spene:
Ed or di quel ch’io ho letto mi sovvene:
     Che ’nanzi al dì de l’ultima partita
     14Uom beato chiamar non si convene.