Le rime di M. Francesco Petrarca/Canzone III

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Sonetto XIX Canzone IV

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CANZONE III.


A
Qualunque animale alberga in terra;

     Se non se alquanti c’hanno in odio il Sole;
     Tempo da travagliare è quanto è ’l giorno:
     Ma poi, che ’l ciel accende le sue stelle,
     5Qual torna a casa e qual s’annida in selva
     Per aver posa almeno infin all’alba.
Ed io, da che comincia la bella Alba
     A scuoter l’ombra intorno della terra
     Svegliando gli animali in ogni selva,
     10Non ho mai triegua di sospir col Sole;
     Poi quand’io veggio fiammeggiar le stelle,
     Vo lagrimando, e desiando il giorno.
Quando la sera scaccia il chiaro giorno,
     E le tenebre nostre altrui fann’alba;
     15Miro pensoso le crudeli stelle,
     Che m’hanno fatto di sensibil terra;
     E maledico il dì ch’i’ vidi ’l Sole,
     E che mi fa in vista un’uom nudrito in selva.
Non credo che pascesse mai per selva
     20Sì aspra fera, o di nocte, o di giorno;
     Come costei, ch’i ’piango a l’ombra, e al Sole:
     E non mi stanca primo sonno, od alba;
     Che, bench’i’ sia mortal corpo di terra,
     Lo mio fermo desir vien dalle stelle.
25Prima ch’i’ torni a voi, lucenti stelle,
     O tomi1 giù nell’amorosa selva,
     Lassando il corpo, che fia trita terra;
     Vedess’io in lei pietà: ch’in un sol giorno
     Può ristorar molt’anni, e ’nnanzi l’alba
     30Puommi arricchir dal tramontar del Sole.
Con lei foss’io da che si parte il Sole;
     E non ci vedess’altri che le stelle;
     Sol una notte; e mai non fosse l’alba;

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     E non si transformasse in verde selva
     35Per uscirmi di braccia, come il giorno
     Che Apollo la seguia quaggiù per terra.
Ma io sarò sotterra in secca selva
     E ’l giorno andrà pien di minute stelle
     Prima ch’a sì dolce alba arrivi il sole.
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Note

  1. Per "tomi" invece che "torni" vedasi Il vocabolario della Crusca