Le rime della Selva/Parte seconda/Predica in due parti

Parte seconda - Predica in due parti

../L'organo ../Nell'ombra IncludiIntestazione 26 novembre 2016 100% raccolte di poesie

Parte seconda - L'organo Parte seconda - Nell'ombra


[p. 268 modifica]

PREDICA IN DUE PARTI


I.


Hai tu commesso una colpa?
     Ebbene, più mai, più mai
     Non te ne libererai,
     4S’anco la morte ti spolpa.

Non giova che te ne incresca;
     Non serve che te ne penta:
     Se vecchio l’uomo diventa,
     8La sua colpa è sempre fresca.

Tu vivi e peni. Talvolta,
     Come una cosa passata,
     Credi d’averla scordata,
     12Credi d’averla sepolta;

[p. 269 modifica]


Ma no, ma no! d’improvviso
     (Chi ti può dir come accada?)
     All’angolo d’una strada
     16Essa ti corre sul viso,

Essa all’orecchio ti grida
     Un nome, un giorno lontano,
     E tu ricalcitri invano
20All’Erinni che ti sfida.

Oppure, allor che tu siedi
     Inutile pellegrino,
     Rotto dal lungo cammino
     24Che insanguinava i tuoi piedi;

Siedi in recondite gole
     Di monti, o in prode vacanti,
     Essa ti sorge davanti,
     28Muta, rubandoti il sole. —

Se ancor non sazio di tutto,
     Chiedesti un frutto alle cose,
     Non essa, di’, s’interpose
     32Fra la tua mano ed il frutto?

[p. 270 modifica]


E se piegasti la fronte
     A invito d’acque profuse,
     Or di’, non essa s’intruse
     36Fra le tue labbra e la fonte?

Ripara nel queto albergo,
     Nell’erma valle, tra ’l verde:
     Essa la traccia non perde,
     40Essa ti segue da tergo;

Entra con te nella stanza
     Dove speravi ricetto,
     Con te si sdraja nel letto,
     44Oscena e ironica amanza.

Sotterra, pallido e stanco,
     In una fossa ripara:
     Nella medesima bara,
     48L’avrai compagna al tuo fianco.

[p. 271 modifica]

II.


Hai tu commesso una colpa?
     Ebbene, vivi. La vita,
     La turpitudine avita,
     52Che ti macchiò, ti discolpa.

Vivi. La vita, che senza
     Il suo contrario non dura,
     La vita, di sua natura,
     56È peccato e penitenza.

È, con alterna vicenda,
     Gioja e dolore; dolore
     Che nasce di gioja; errore
     60Che da sè stesso s’emenda.

Perchè nel fosco passato
     Figgi l’illuso pensiero?
     Più in alto, più in alto è il vero,
     64E quello ch’è stato è stato.

Sì bene: pentirsi giova
     All’anima addolorata;
     Ma giova più con rinata
     68Anima far vita nova.

[p. 272 modifica]


Non ritornar su’ tuoi passi;
     Non ti rivolgere indietro:
     Se a quel tuo carcere tetro
     72Declini gli occhi, t’abbassi.

Togliti al pigro mïasma
     Che ti corruppe; discaccia
     Da te la pallida faccia
     76Dell’importuno fantasma.

A cor ti stia soprattutto
     Di non tradire te stesso:
     Ancor t’è un frutto promesso,
     80Se tu vuoi cogliere il frutto.

Sorgon nei cieli dagl’imi
     Campi le vette lustrali:
     Che stai? se impavido sali
     84Ancor, da te, ti redimi.

In alto, in alto! nel vivo
     Aere che purga e ristora;
     Là, dove splende l’aurora
     88Di novo giorno festivo.

[p. 273 modifica]


Bevi, salendo, alle fonti
     Cui non fallisce la vena;
     Mira dall’alto la scena
     92Degli allargati orizzonti.

Chiedi al silenzio divino,
     Chiedi all’oracolo ignoto,
     La voce di quel remoto
     96Che pur n’è tanto vicino.

Chiedi alla luce del sole
     La verità nuda e pura,
     Cui non offusca o snatura
     100Nebbia d’umane parole.

Sappi che nulla si nega
     A un desiderio immortale;
     Che la tua anima ha l’ale,
     104E che nessuno la lega.