Le poesie religiose (1895)/Sognatore
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Laocoonte | Charitas | ► |
SOGNATORE
No, Dio non già: le avare menti eccede
Troppo ogni pura idea;
L’odio sol nume, il lucro unica fede
4L’età maligna avea.
Ed alla croce tua, Cristo, e de’ tuoi
Chiodi, con piglio austero,
Voi configgea, ribelli anime, voi,
8O apostoli del vero.
Ma profondato nel mistero immenso,
La fronte eretta, fisse
Le ciglia a un punto luminoso, al senso
12Degli altri oscuro, ei visse.
Palma parea: turbina il vento, e scote
Le rame ampie; secura
Per autunno lontan, per genti ignote
16I frutti essa matura.
Rotano intorno a lui per la severa
Vigilia, a par d’ingordi
Nibbj alla preda, con fiere unghie, a schiera
20I suoi foschi ricordi;
E, tuffando sinistramente il torto
Rostro nel suo gran core,
Gracchian: L’odio noi siamo; ed egli, assorto,
24Mormora: Ed io l’amore.
Ed ecco, ei vede una gran luce e nuove
Genti ed età: scoscende
Sofia le nubi, e a generose prove
28Le oneste anime accende.
Spezza il Ver baldanzoso i ferrei chiostri,
E pugna: oh turba schiava
Da lui redenta; oh fra chimere e mostri
32Gran rotear di clava!
Ma alle ribalte lingueggiando esulta
Berio, che in nebbia oscura
Dotto s’attorce, e te invocando insulta
36Paziente Natura;
Ma, tratta fuor dalle infrequenti panche
La pancetta erudita,
Stuzzica Lio fra ’l pettignone e l’anche
40Chi al ver sacrò la vita.
Che vale? Ei sogna. E son popoli industri,
A libertà devoti,
Che in armi, e più in gentili opere, illustri
44E nel dovere immoti,
Su per la faticosa erta, al sorriso
D’una lontana face,
Sorgono ansando, e in te figgono il viso,
48O amor del mondo, o pace.
O degli eventi, e dell’età sovrana,
Santa giustizia, l’ale
Raccogli: oh dolce fratellanza umana,
52Oh splendido Ideale!
Ghigna però Scato ambidestro, e i quarti
Bovini aprendo al vento,
“Tu sogni, trulla, perchè ignori l’arti
56Del cinquanta per cento.„
E Lidia, che il floscio inguine al restio
Drudo aízza co’ baci,
Stringendo i veli al sen flaccido: “O Dio,
60Frigna, che sensi audaci!„
Mentre il cesso patrizio inverniciato
Sfiata: “Son troppo aguzzi
I follicoli miei, fine ho l’olfato:
64Caro ideal, tu puzzi!„
Pur casta, ancor che nuda, e non ignara
Di sua beltà, s’inchina
All’orecchio di lui l’Arte, la chiara
68La sacra Arte latina;
E sempre ch’egli in lei porti le ciglia
Con amorosa brama,
Ella, amante severa, a lui pispiglia:
72“Sogna, lavora ed ama.„
Ma la brodosa pubertà, che succia
A le ciocce di Jalla
Lo stil novo, traendo da la cuccia
76Seco la farda gialla,
Gagnola: “O Arcadia, o frasche! Al bel paese
Noi scandiamo la strofe
Alcaica sul volubile garrese
80Delle galanti scrofe.„
Ed ei, sereno impenitente, agogna
Le tue fulgide rive,
Ardua beltà! Grufola il mondo; ei sogna,
84E sol di sogni vive.