Mentre il cesso patrizio inverniciato
Sfiata: “Son troppo aguzzi
I follicoli miei, fine ho l’olfato:
64Caro ideal, tu puzzi!„
Pur casta, ancor che nuda, e non ignara
Di sua beltà, s’inchina
All’orecchio di lui l’Arte, la chiara
68La sacra Arte latina;
E sempre ch’egli in lei porti le ciglia
Con amorosa brama,
Ella, amante severa, a lui pispiglia:
72“Sogna, lavora ed ama.„
Ma la brodosa pubertà, che succia
A le ciocce di Jalla
Lo stil novo, traendo da la cuccia
76Seco la farda gialla,
Gagnola: “O Arcadia, o frasche! Al bel paese
Noi scandiamo la strofe
Alcaica sul volubile garrese
80Delle galanti scrofe.„
Ed ei, sereno impenitente, agogna
Le tue fulgide rive,
Ardua beltà! Grufola il mondo; ei sogna,
84E sol di sogni vive.