XXV - S. Andrea

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S. ANDREA.


XXV.


A
Ntichissima, rifabbricata da Carlo Magno, resa Parrocchiale e rinnovata nel 1592. e dopo il Contagio del 1630. abbellita, con tre Altari, ammirandosi al principale la celebratissima Tavola del Moretto Bresciano, lavorata più sul gusto di Tiziano, che di Raffaello; in cui si vede maestrevolmente figurata la Vergine col Signorino in braccio, e sotto a destra il S. Appostolo Titolare, con S. Eusebia, e a sinistra i SS. Domno, e Domneone Cittadini di Bergamo. All’Altare dalla parte del Vangelo v’ha una Deposizione di Cristo di mano di Andrea Previtali; dove il morto Redentore dà alquanto nel secco e tagliente. Per lo contrario quel Santo Vecchio che si strigne al petto una Croce, e che sta ritto in piedi sopra la Maddalena che bacia i piedi al Signore, e il passionato volto di S. Giovanni accanto a quello del Redentore, sono assai [p. 59 modifica]belle cose. L’Altare corrispondente è ornato della Natività di Gesù Bambino, operata dal sublime pennello di Gio. Paolo Cavagna; in cui sì il nato Pargoletto, che la Vergine Madre, e il S. Giuseppe colla faccia rivolta al Cielo, meritano un singolar panegirico.

La SS. Annunciata divisa in due Quadri, appesi al di sopra dei nominati due Altari laterali, è buona Pittura; ma non la crederei del Carpioni, il quale è assai più fiacco di tinta: anzi il piano su cui posa l’Angelo, è di una maniera al tutto diversa dal paese che si scorge nella parte superiore. Gli altri gran Quadri lungo la Chiesa contornati da Stucchi; quegli a destra sono teneri e morvidi di qualsisia Autor sieno, ma piuttosto confusi, e mal degradati di tinta: gli opposti sono di pennello diverso, alquanto per verità secchi, ma meglio distribuiti, e coloriti. I Dipinti a olio nella Soffitta sono una maraviglia da vedere, sì per l’Arte del sottoinsu, colla quale sono condotti, sì per la vaghezza e nobiltà de’ colori, con cui sono dipinti. Autore ne fu Alessandro Varottari, detto il Padovanino. Ripigliando il cammino, e scendendo alquanto, si vede dipinta in muro nella Facciata di una Casa che è a sinistra, fra altri Soggetti singolari, la vera Effigie di Bartolommeo Colleoni, con a’ fianchi le Armi gentilizie della sua illustre Famiglia: e dopo picciol tratto di strada si trova in capo a una breve salita, l’antica Chiesa Parrocchiale, fondata similmente da Carlo Magno, e da Turpino Arcivescovo di Rems, che con seco avea, solennemente consagrata l’anno 801. detta

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S. MICHELE AL POZZO BIANCO.