IV - Cappella di Bartolommeo Colleoni

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III V
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IV.


P
Er la Porta che è allatto alla nobil Conca dell’Acqua Santa. Nel sito dell’antica Sagrestìa di S. Maria maggiore, ceduta dalla Città all’invitto Capitan Generale, per la costruzione di questo suo maestoso Oratorio, e del sepolcrale Diposito (che secondo i nostri Scrittori volle prepararselo in vita) se ne cominciò la fabbrica negli anni 1470. e fu condotta a fine nel 1476. dopo la morte di esso Generale, avvenuta li 3. Novembre del 1475. Non [p. 29 modifica]è palese finora l’Architetto di questa Cappella, ma il Mausoleo che l’adorna e che la rende ragguardevole, è stupendo e incomparabil parto dello scarpello di Gio. Antonio Amadei Pavese: di cui pure è l’Arca marmorea nella Chiesa della Basella, coll’Effigie di Medea figliuola nubile di Bartolommeo Colleoni, ordinata dal di lei Padre all’Artefice.

È dedicata questa Chiesiuola a S. Gio. Batista: ha un solo Altare, ed una ben intesa Cupola. L’Altare fu ridotto alla moderna con buon disegno, e arricchito di scelti marmi per Decreto de’ Presidenti al Pio Luogo della Pietà l’anno 1676. non essendosi conservato dell’antico, che le Statue de’ SS. Gio. Batista, Bartolommeo, e Marco Evangelista scolpite in marmo di Massa, come i più credono, dal Sansovino.

Nel secol corrente sono state tolte via le Armadure d’acciajo irrugginite dal tempo, e levati insieme i doviziosi Stendardi intorno al Mausoleo, che per vecchiezza logori ed anneriti cadeano a pezzi: e i Dipinti delle pareti per l’età guasti, sono stati distrutti, e sostituite loro Pitture moderne de’ più eccellenti pennelli, ricinte da stucchi dorati, che rendono l’Edifizio luminoso e brillante.

Cosa fossero i prefati antichi Dipinti, non si sa chiaramente. Il Ridolfi, che scrive per riferto d’altrui, accenna un Fatto d’Armi, condotto dal celebre Gio. Batista Castelli, detto il Bergamasco. Il Muzio nobile nostro Concittadino nota a’ suoi tempi vedervisi in alto l’Effigie de’ nostri Santi; e ne’ quattro lati rappresentata in quattro bellissimi comparti l’Istoria de’ quattro Generalati, ch’ebbe il Colleoni, [p. 30 modifica]della Chiesa, della Repubblica Veneziana, di Franza, e di Spagna.

Le Pitture presenti sono sacre; e queste parte a olio, e parte a fresco. Le a fresco sono tutte di mano di Gio. Batista Tiepolo, che si segnalò per l’erudita invenzione, per l’eleganza delle forme, e per la novità e bizzarrìa degli abbigliamenti. La Carità da esso espressa con grazia Parmigianesca nel peduccio della Cupola, che è dalla parte del Vangelo, avendo patito per l’umido, fu dal medesimo colorita a olio, con che ha perduto il brìo e la vaghezza di prima. La Battaglia di Giosuè, che è di fronte all’Altare, è studiata operazione dello spiritoso Giuseppe Crespi di Bologna, chiamato lo Spagnuolo; e se la mischia fosse meno copiosa e meno affoltata, non si avrebbe a desiderar d’avvantaggio. Degli Ovati quello del Matattìa è lavoro di Gio. Bettino Cignaroli; il Davidde trionfante dell’ucciso Golìa è di mano di Giovambatista Pittoni; il Giobbe sul letamajo, e la Lotta di Giacobbe coll’Angelo, sono di Gregorio Gulielmi Romano. I due che mancano, si attendon da Roma, già tempo commessi al Battoni.

Non mi stenderò a favellare del Mausoleo, che troppo lungo sarei, e per quanto dicessi, tanto non direi, quanto è di mestieri. Dirò solamente che è lo stupore de’ Forestieri intendenti, e de’ Professori più saggi: e aggiugnerei ancora che siccome l’Autore nelle Statue, Medaglie, Bassirilievi, Colonne, Fregj di bellissimi Puttini, e altri ornamenti di ogni benchè minima parte di sì gran Mole, ha mostrato il maraviglioso e profondo suo sapere; così [p. 31 modifica]ne’ tre copiosi Bassirilievi, che sono in fronte all’Arca maggiore, e che esprimono in picciole Figurine il Portar della Croce, la Crocifissione, e la Deposizione del morto Redentore, superò se medesimo.1 Di questo rispettabilissimo Monumento ne ha fatto ai mesi passati un esatto e puntuale disegno a penna l’ingegnoso Orelli il giovane; e il Nob. Sig. Co. Iacopo Carrara, delle Belle Arti fautore indefesso e intendentissimo, si è compiaciuto [p. 32 modifica]di accompagnarlo con erudite Annotazioni, che meritano di essere pubblicate a comune vantaggio.

[p. 172 modifica]La Statua Equestre di Bartolommeo Colleoni messa a oro, che si vede in cima della prodigiosa sepolcral Mole, fu dalla nostra Città decretata a questo suo glorioso Cittadino li 17. Gennajo del 1493. diciott’anni appunto dopo la di lui morte, e collocata al sito li 18. Febbrajo del 1501. Autori ne furono due rinomati Scultori Tedeschi, per nome Maestro Sisto, e Maestro Leonardo: i quali comechè abbiano espressa al vivo e con singolare artifizio l’Effigie dell’invitto Capitan Generale; non sembra che con pari artifizio abbiano scolpito il Cavallo. Per altro l’intendimento de’ nostri Antenati era che la Statua esser dovesse di bronzo (come è quella famosa erettagli in Venezia nella piazza de’ SS. Giovanni e Paolo con tale elegante Iscrizione: BARTHOLOMÆO COLLEONO BERGOM. OB MILITARE IMPERIUM OPTIME GESTUM) ma furono consigliati a farla scolpire in legno, per timore, come racconta il Muzio, che l’Arca di sotto atta a sostenerla non fosse stata.

Emula del Mausoleo è anche la Facciata esteriore di questa Cappella verso la Piazza. Imperciocchè, oltre l’esser tutta incrostata di rari marmi di colore diverso, è anche ornata di Statue, di Busti, e di Rabeschi finissimi, e massimamente ne’ canti, di alcuni Medaglioni con entrovi Teste di Cesari, e di Donne Auguste, grandi al naturale, e a bassorilievo sì maestrevolmente scolpite, che non hanno da invidiare all’Antiche. Nell’imbasamento poi d’essa Facciata sonovi più Bassirilievi, difesi, ma forse troppo tardi, da robuste Cancellate di ferro, che mai non si potranno esaltare abbastanza. Ne’ quattro dalle bande sonovi rappresentati alcuni Fatti d’Ercole, allusivi alla prodigiosa fortezza di Bartolommeo Colleoni; e in que’ di mezzo alcune Sacre Storie del Testamento Vecchio con somma maestrìa scolpite: ne’ quali Bassirilievi scorgerai muscolature ne’ nudi di tal risalto e accuratezza che sembrano di Michelagnolo, eppure si reputano del soprannominato Amadei. Di fronte a quella Facciata v’ha il

PALAZZO VECCHIO, O SIA DELLA RAGIONE.

Note

  1. Non vuolsi tacer l’Elogio che di questo prode e pio Guerriero fece Ercole Tasso, e che fu posto accanto all’Arca sepolcrale nel 1599. scompartito in due be’ Quadri di marmo nero nella seguente maniera.

    D. O. M.


    BARTHOLOMÆUS COLLEONUS DE ANDEGAVIA VIRTUTE IMMORTALITATEM ADEPTUS USQUE ADEO IN RE MILITARI FUIT ILLUSTRIS; UT NON MODO TUNC VIVENTIUM GLORIAM LONGE EXCESSERIT, SED ETIAM POSTERIS SPEM EUM IMITANDI ADEMERIT. MULTOTIES ENIM A DIVERSIS PRINCIPIBUS; DEINDE AB ILLUSTRIS. VENETORUM SENATU ACCEPTO IMPERIO; TANDEM TOTIUS CHRISTIANORUM EXERCITUS SUB PAULO II. PONT. MAX. DELECTUS IMPERATOR. CUJUS ACIES QUATUORDECIM ANNOS AB EJUS OBITU, SUB SOLO JAM DEFUNCTI IMPERATORIS NOMINE MILITANTES, JUSSA CUJUSCUNQUE ALTERIUS CONTEMPSERUNT.
    ET IN IIS QUÆ IN PACE FIUNT NEQUE PRINCIPIBUS IPSIS CONCESSIT. SIQUIDEM PER ID TEMPORIS AQUAS AD PUBLICOS USUS DERIVAVIT. BALNEA RESTITUIT. ARCES ÆDIFICAVIT. COENOBIA ET TEMPLA MAGNIFICE EXTRUXIT, SPLENDIDEQUE DOTAVIT. ATQUE PERPETUAM IN COLLOCANDIS VIRGINIBUS PAUPERIBUS PECUNIAM CONSTITUIT. OBIIT ANNO DOMINI MCCCCLXXV. NON. NOVEMB. ET HIC UT JUSSERAT SEPULTUS EST.