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della Chiesa, della Repubblica Veneziana, di Franza, e di Spagna.
Le Pitture presenti sono sacre; e queste parte a olio, e parte a fresco. Le a fresco sono tutte di mano di Gio. Batista Tiepolo, che si segnalò per l’erudita invenzione, per l’eleganza delle forme, e per la novità e bizzarrìa degli abbigliamenti. La Carità da esso espressa con grazia Parmigianesca nel peduccio della Cupola, che è dalla parte del Vangelo, avendo patito per l’umido, fu dal medesimo colorita a olio, con che ha perduto il brìo e la vaghezza di prima. La Battaglia di Giosuè, che è di fronte all’Altare, è studiata operazione dello spiritoso Giuseppe Crespi di Bologna, chiamato lo Spagnuolo; e se la mischia fosse meno copiosa e meno affoltata, non si avrebbe a desiderar d’avvantaggio. Degli Ovati quello del Matattìa è lavoro di Gio. Bettino Cignaroli; il Davidde trionfante dell’ucciso Golìa è di mano di Giovambatista Pittoni; il Giobbe sul letamajo, e la Lotta di Giacobbe coll’Angelo, sono di Gregorio Gulielmi Romano. I due che mancano, si attendon da Roma, già tempo commessi al Battoni.
Non mi stenderò a favellare del Mausoleo, che troppo lungo sarei, e per quanto dicessi, tanto non direi, quanto è di mestieri. Dirò solamente che è lo stupore de’ Forestieri intendenti, e de’ Professori più saggi: e aggiugnerei ancora che siccome l’Autore nelle Statue, Medaglie, Bassirilievi, Colonne, Fregj di bellissimi Puttini, e altri ornamenti di ogni benchè minima parte di sì gran Mole, ha mostrato il maraviglioso e profondo suo sapere; così