Le opere di Galileo Galilei - Vol. XIX/Avvertimento
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AVVERTIMENTO.
Il presente volume è destinato a raccogliere i documenti della vita di Galileo, a partire dalla scritta matrimoniale dei genitori di lui fino all’atto della sua morte, anzi fino all’inventario dell’eredità: e se iniziando col volume X la pubblicazione del Carteggio potevamo scrivere che la nostra Edizione doveva considerarsi, anche in quella parte, non come riproduzione o compimento delle antecedenti, ma come opera nuova1, possiamo ripetere ciò con eguale e maggior diritto ora, poichè fin adesso nulla s’è avuto mai che corrisponda al concetto di questo che possiamo veramente chiamare Codice Galileiano; senza dire che molti dei documenti che qui si pubblicano, veggono per la prima volta la luce, sebbene, perchè tutto il volume, se non inedito, è nuovo, non li abbiamo contraddistinti (come è stato fatto nel Carteggio) da quelli che già si leggevano in singole monografie.
Ai Documenti abbiamo creduto opportuno premettere, per la più pronta e chiara intelligenza di alcuni di essi e del Carteggio, un Albero genealogico, che, conforme allo scopo a cui deve soprattutto servire, limitammo, per quel che concerne l’età anteriore a Galileo, agli ascendenti diretti di lui e agli ascendenti diretti dei Galilei residenti a Lione, coi quali egli fu in corrispondenza, fino a Giovanni, vissuto nella seconda metà del secolo XIII, che è il più antico della famiglia di cui abbiamo trovato testimonianze storicamente sicure; e tralasciammo così gli antenati di Giovanni, come i collaterali dei due rami da noi seguiti. Avremmo voluto invece registrare, e con indicazioni precise, tutti i contemporanei del Nostro con cui egli fu in relazione; ma non potemmo, nonostante diligenti ricerche, riscontrare su documenti alcuni dati fornitici da appunti genealogici relativamente recenti e che non inspirano piena fiducia. Quanto poi ai tempi posteriori a Galileo, notammo soltanto i suoi discendenti diretti fino all’estinzione del ramo nel secolo XVIII. Pur essendo ristretto dentro a questi confini, e trattandosi di materia nella quale le notizie adunate da vecchi genealogisti valgono a generare confusione e imbarazzi piuttosto che luce, nutriamo fiducia che il nostro Albero sia riuscito più ricco di dati di fatto, e meno incerto e inesatto, di quelli che si avevano in precedenti pubblicazioni. L’Albero avrà poi il suo complemento ed illustrazione nell’Onomastico, al quale, come per il Carteggio2 così per i Documenti, riserbiamo le notizie biografiche dei personaggi menzionati, e dove, sotto le singole voci, forniremo le indicazioni dei documenti sui quali l’Albero fu compilato, ulteriori notizie sulle persone che in esso figurano, e cenni di altri ascendenti o discendenti.
I Documenti sono raccolti, secondo l’argomento, in gruppi o capi, che in tutto sommano a quarantacinque; e molti di questi gruppi sono divisi e suddivisi in più distinzioni. Alcuni di essi abbracciano un lungo periodo di tempo; e i singoli gruppi si succedono in ordine cronologico, tenendo per criterio il terminus a quo, cioè la data del documento più remoto, in ciascun gruppo compreso. Analogamente alla norma tenuta nel Carteggio, abbiamo usato tre caratteri diversi altresì per la stampa dei Documenti, pubblicando nel carattere maggiore, riserbato in tutta l’Edizione alle cose di Galileo, quelli che sono scritture sue, e adoprando per regola un carattere mezzano per i documenti che più direttamente risguardano la persona del Nostro, e un altro più piccolo per quelli che lo concernono meno strettamente. A ciascun documento, o talora ad un gruppo di documenti, è premessa un’informazione, che indica la fonte o le fonti della nostra stampa, con quelle avvertenze che di volta in volta ci parvero del caso. È superfluo il dire che anche i documenti che in precedenti pubblicazioni avevano visto la luce, sono stati accuratamente riscontrati sugli originali, e da questi riprodotti con quella scrupolosa fedeltà che l’indole stessa di tali scritture richiede3. Del resto, in tutto quel che concerne la parte, a così dire, materiale della nostra riproduzione, come il significato di alcuni segni, delle parentesi quadre e delle parentesi ad angolo < >, del punto interrogativo e del sic apposti ad alcune parole, dei puntolini rappresentanti la pubblicazione non integrale, come pure in quello che attiene alle lievissime libertà che ci parve di potere arrogarci di fronte alla grafia dei manoscritti, nello sciogliere le abbreviazioni, nel distinguere gli u dai v, nell’uso delle maiuscole e delle minuscole, degli apostrofi e degli accenti, nell’interpunzione e nel correggere puranco qualche intollerabile trascorso, annotandolo appiè di pagina; in tutto questo, abbiamo creduto di non dover allontanarci da guanto abbiamo praticato nel Carteggio, e indicato nell’Avvertimento ad esso preposto, al quale Avvertimento perciò rimandiamo il lettore4.
Per quanto diligenti siano state le nostre ricerche, affinchè questo Codice Galileiano riuscisse meno imperfetto che per noi si poteva5, non intendiamo tuttavia nè crediamo in niun modo di aver fatto opera completa. Di alcuni fatti della vita di Galileo non fu, nè sarà forse, possibile ritrovare documento archivistico6; ma, oltre a ciò, non dubitiamo che altri materiali verranno alla luce, in un campo dove spesse volte il caso è il miglior collaboratore: del che nel corso di questo stesso volume noi abbiamo dovuto far esperienza, poichè, sopravvenutici nuovi documenti quando ormai con la stampa7 avevamo oltrepassato il luogo in cui sarebbero stati da inserire, abbiam dovuto raccoglierli in un Supplemento.
Ai Documenti propriamente detti facciamo seguire, come avevamo annunciato nel Disegno dell’Edizione8 gli scritti biografici dettati intorno a Galileo dai contemporanei. Qui invero ci si presentava dinanzi un campo altrettanto vasto quanto, relativamente, non troppo ubertoso: e ci parve che noi dovessimo evitare di ristampar una serie di narrazioni, di cui l’una non avrebbe aggiunto nuovi particolari all’altra (soprattutto dopo che la biografia del Nostro è così minutamente e sicuramente raccontata dal Carteggio e dai Documenti veri e propri), e che anzi sono qualche volta, almeno in parte, l’una dall’altra derivate, o delle quali abbiamo già profittato in altre parti dell’Edizione, o che il lettore può non difficilmente aver sotto mano, o che, infine, non paiono meritare soverchia fede, perchè dettate con ispirazione ed intento più che altro retorici. Pertanto stabilimmo, come criterio, di tener conto soltanto di alcune narrazioni che sono state registrate in cronache o diari dagli spettatori stessi degli avvenimenti e che perciò sono simili, nel valore e nel carattere, alle lettere, e di quegli scritti biografici che non furono pubblicati dagli autori e di cui ci son rimaste copie manoscritte, così che noi, approfittando di queste, eravamo in grado d’offrirli al lettore in forma quasi sempre nuova e più sicura di quella ch’egli poteva conoscere da precedenti edizioni. Seguendo tale criterio (col quale abbiam combinato ad un tempo quello di accogliere le narrazioni più importanti), pubblicammo anzitutto alcuni estratti dalla Cronaca di Antonio Friuli e dal Diario del viaggio in Italia di Giovanni Tarde, che sono memorie dettate da testimoni oculari dei fatti, e poscia le notizie della vita di Galileo raccolte dal figlio Vincenzio, il Racconto istorico di Vincenzio Viviani, la Vita di Niccolò Gherardini, e la Lettera del Viviani al Principe Leopoldo de’ Medici sull’applicazione del pendolo all’orologio, scritture quest’ultime che possediamo tutte nei Manoscritti Galileiani della Biblioteca Nazionale di Firenze, e che noi abbiamo potuto ripubblicare in forma più corretta, traendo il meglio da quei codici, fin ora scarsamente messi a partito e dei quali lo studioso poteva legittimamente desiderar di conoscere qual contributo alla biografia del Nostro fosse dato cavarne. Abbiamo creduto invece di poterci esimere dal ripubblicare quella parte della Prefazione del Keplero alla Dioptrice che riguarda le scoperte celesti di Galileo9, tanto più che le lettere di Galileo a Giuliano de’ Medici, ivi stampate, sono state tutte da noi inserite a’loro luoghi nel Carteggio10, e ciò che concerne l’anagramma di Saturno tricorporeo è riprodotto in questo stesso volume11; le notizie che sul Maestro, e specialmente sulle ultime opere di lui, ha raccolto il Viviani nel suo Quinto libro degli Elementi d’Euclide 12, delle quali abbiamo largamente profittato, e cavatone tutto ciò che importava, negli Avvertimenti premessi a quelle opere13; le iscrizioni che il Viviani fece collocare in onore di Galileo sulla propria casa in Firenze, e che egli stesso poi diede alla luce14; i cenni biografici di Leone Allacci nelle Apes urbanae15, Giovan Vittorio de’ Rossi nella Pinacotheca16, di Vittorio Siri nel Mercurio17, di Lorenzo Crasso negli Elogii d'huomini letterati18, il quale cita il de’ Rossi e ristampa una poesia di Francesco Stelluti <a Galileo Galilei per lo suo telescopio>, da noi pubblicata in un altro volume19; non che qualche aneddoto che si potrebbe estrarre dai Termini di mezzo rilievo di Filippo Valori20, dal Telescopium di Girolamo Sirtori21, dall’orazione De mathematicae laudibus di Niccolò Aggiunti22, dalle Memorie del Card. Bentivoglio23, dal Discorso sopra la vista di Benedetto Castelli24, dalle Notizie dei professori del disegno di Filippo Baldinucci25, ecc. Abbiamo pure deliberatamente omesso, a cagione del loro tenue valore biografico, le poesie encomiastiche di contemporanei, alcune delle quali sono a stampa26 ed altre in manoscritti, avendo però, di quelle che sono nei Codici Galileiani della Nazionale di Firenze27, pubblicate non poche, ed altre citatene, ad illustrazione del Carteggio nei luoghi in cui ne cadeva ricordo28; nè ci parve, infine, prezzo dell’opera riferire brevissimi cenni, o più che altro menzioni, del nome di Galileo, che abbiamo in diarî o in altri manoscritti sincroni29 di biblioteche pubbliche e private, ma che non recano alla biografia di lui alcun contributo che veramente abbia importanza.
Note
- ↑ Cfr. Vol. X, pag. 10.
- ↑ Cfr. Vol. X. pag. 13.
- ↑ Abbiamo rispettato certe disformità che negli originali ci sono presentate o da documenti diversi o da diversi luoghi dello stesso documento, quando pur essendo manifesto che l’uno o l’altro dei documenti o dei luoghi diversi conteneva errore, non potevamo determinare in quale de’ passi l’errore dovesse esser riconosciuto. Così avviene per il cognome di un tal Pietro, che ora è detto de Ferinis, ora de Ferrinis, ora Ferri (cfr. pag. 439, nota 1), e per un Cristoforo, ora detto de Dottis, ora de Bottis (cfr. pag. 582, nota 1); e così pure rispettammo Ambrogiotti per Ambrogetti (cfr. Doc. XXX, a, lin. 131-132, e Doc. XXX, a bis, lin. 12), ecc., non che i numeri coi quali un documento cita talora inesattamente le carte dei manoscritti alle quali si leggono altri documenti (cfr. Doc. XXI, b, lin. 24, 28, 48 ecc.).
- ↑ Cfr. Vol. X, pag. 11-12.
- ↑ Non assolutamente tutti i documenti nei quali trovammo menzionato Galileo sono stati da noi riprodotti. Avviene infatti, quando certe sezioni di archivio, di carattere specialmente amministrativo, sono state conservate complete, che l’identico fatto sia attestato non tanto da più documenti, quanto, per parlare con più precisione, da un documento che si ripete sotto forme diverse in libri appartenenti a serie differenti di quella stessa sezione: in questi casi noi abbiamo pubblicato il documento soltanto nella forma più completa. P. e., dai Campioni dell’archivio del Monte di Pietà della Città di Firenze, nell’Archivio di Stato Fiorentino, noi trascrivemmo (Doc. XXX) le partite dei conti individuali intestate a Galileo, le quali sono le più ricche di particolari, ma stimammo superfluo riprodurre le partite dei conti di Cassa (come pure le partite dei libri di Entrata e Uscita), che ripetono più sommariamente gli stessi dati, e alle quali quelle dei conti individuali si richiamano del continuo, come, viceversa, a quest’ultime quelle di Cassa. Quando però i documenti nelle forme da noi omesse fornivano qualche particolare nuovo, non lo abbiamo trascurato.
- ↑ Non sarà probabile, per esempio, che si ritrovi documento della visita del Milton a Galileo in Arcetri, durante il soggiorno che il poetæ fece per circa due mesi in Firenze, dove arrivò il 10 settembre 1638: cfr. Alfredo Reumont, Milton e Galileo, a pag. 395-415 dei Saggi di storia e letteratura, Firenze, G. Barbèra, editore, 1880: e Milton on the Continent. A key to L’Allegro and il Penseroso, with several illustrations, a historical chart and an original portrait of Galileo. By Mrs. Fanny Byse (Née Lee). London, Elliot Stock, 62, 1903 pag. 38-42.
- ↑ La stampa di questo volume fu condotta nel corso di più anni, parallelamente a quella dei volumi del Carteggio.
- ↑ Per la Edizione Nazionale delle Opere di Galileo Galilei ecc. Esposizione e disegno di Antonio Favaro. Firenze, tip. di G. Barbèra, 1888, pag. 39.
- ↑ Ioannis Kepleri, S.ae C.ae M.tis Mathematici, Dioptrice ecc. Praemissae epistolae Galilaei de iis quae post editionem Nuncii Siderii, ope perspicilli, nova et admiranda in coelo deprehensa sunt ecc. Augustae Vindelicorum, typis Davidis Franci ecc., M.DCXI.
- ↑ Cfr. Vol. X, nn.i 427, 435, e Vol. XI, nn.i 451, 486.
- ↑ Pag. 229.
- ↑ Quinto libro degli Elementi d’Euclide, ovvero Scienza universale delle proporzioni, spiegata colla dottrina del Galileo, con nuov’ordine distesa e per 1a prima volta pubblicata da Vincenzio Viviani, ultimo suo discepolo. Aggiuntevi cose varie e del Galileo e del Torricelli, i ragguagli dell’ultime opere loro, ecc. In Firenze, alla Condotta, M.DC.LXXIV.
- ↑ Cfr. Vol. I, pag. 245; Vol. VIII, pag. 23 e seg.; pag. 451-452; pag. 559 e seg. È superfluo avvertire che le lettere e le altre scritture di Galileo, pubblicate dal Viviani nel Quinto libro, sono stato tutte ristampate da noi a’luoghi che loro spettavano, e le lettere furono riprodotte non dalla stampa del Quinto libro, ma riscontrate sulle copie, di mano del Viviani stesso, che sono nei Manoscritti Galileiani della Nazionale di Firenze.
- ↑ In appendice all’opera De locis solidis secunda divinatio geometrica in quinque libros, iniuria temporum amissos, Aristaei senioris geometrae, autore Vincentio Viviani, magni Galilaei novissimo discipulo ecc. Opus ecc. elaboratum anno 1646, impressum Florentiae ab Hippolyto Navesi anno 1673, addendis auctum et in lucem prolatum anno 1701 ecc. Florentiae, typis Regiae Celsitudinis, apud Petrum Antonium Brigonci, pag. 121-128. E di qui le pagine contenenti le iscrizioni furono estratte in edizione a parte, in un opuscolo col titolo: Grati animi monumenta Vincentii Viviani in praeceptorem Galilaeum Lynceum, Ferdinandum II et Cosmum III, MM. DD. Etruriae, et Ludovicum Magnum, Galliarum et Navarrae Regem Christianissimum, uti fuerunt conscripta Florentiae, in fronte aedium a Deo datarum, anno Salutis 1693. Florentiae, typis Regiae Celsitudinis, apud Petrum Antonium Brigonci. Il testo delle iscrizioni pubblicato dal Viviani è però diverso in alcuni luoghi da quello che si legge nei cartelloni apposti sulla casa già del Viviani in Firenze: di che vedi Antonio Favaro, Inedita Galilaeiana. (Memorie del R. Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti, Vol. XXI, pag. 465-478), Venezia, tip. di G. Antonelli, 1880. Dell’autografo di queste iscrizioni, che non sappiamo dove ora si trovi, cfr. Favaro, op. e loc. cit. Vedi altresì gli appunti manoscritti, in parte autografi del Viviani, raccolti nella Busta della Biblioteca Nazionale di Firenze che è nell’Appendice ai Mss. Gal. ed è intitolata sul dorso: «Nelli Gio. Batta Clem. Filza 1, Appunti coi quali furono da lui create le prime bozze della Vita di Galileo Galilei», car. 317-345 (Iscrizioni e memorie pel Galileo nella facciata della casa de’Cartelloni). — Qualche contributo alla biografia di Galileo (però in forma affatto frammentaria) si può trarre anche dalle carte del Viviani, nella Collezione Galileiana della Biblioteca Nazionale di Firenze, che rappresentano i materiali coi quali egli andava preparando la più ampia «Vita di Galileo» che poi non dettò mai: di che cfr. Antonio Favaro, Vincenzio Viviani e la sua «Vita di Galileo» (Atti del R. Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti, Tomo LXII, Par. II, pag. 683-703), Venezia, officine grafiche di C. Ferrari, 1903. Ed appunti autografi del Viviani, relativi a detti di Galileo, si hanno in diversi manoscritti: cfr. Pensieri, sentenze e motti di Galileo Galilei, raccolti dai discepoli e pubblicati da Antonio Favaro (Rivista di fisica, matematica e scienze naturali, anno VIII, num. 86, pag. 97-109), Pavia, tip. Succ. fratelli Fusi, 1907.
- ↑ Leonis Allatii Apes urbanae, sive De viris illustribus qui ab anno MDCXXX per totum MDCXXXII Romae adfuerunt ac typis aliquid evulgarunt. Romae, excudebat Ludovicus Grignanus, MDCXXXIII, pag. 118-119: cfr. pure pag. 68-69.
- ↑ Iani Nicii Erithraei Pinacotheca imaginum illustrium doctrinae vel ingenii laude virorum, qui auctore superstite diem suum obierunt. Colon. Agrippinae, apud Cornelium ab Egmond,CIƆIƆCXLIII, pag. 279-281.
- ↑ Del Mercurio overo Historia de’ correnti tempi di D. Vittorio Siri ecc. Tomo secondo, libro terzo. In Casale, M.DC.XXXXVII, per Christoforo della Casa, pag. 1720-1722.
- ↑ Elogii d’huomini letterati scritti da Lorenzo Crasso ecc. In Venetia, M.DC.LXVI, per Combi et La Noù, [Parte I], pag. 243-251.
- ↑ Cfr. Vol. VI, pag. 207-211.
- ↑ Termini di mezzo rilievo e d’intera dottrina tra gl' archi di casa Valori ecc. In Firenze, appresso Cristofano Marescotti, M.D.CIIII, pag. 12-13. Il luogo in cui parla di Galileo è stato citato da noi nel Vol. IX, pag. 7.
- ↑ Hieronymi Sirturi Mediolanensis Telescopium, sive Ars perficiendi novum illud Galilaei visorium instrumentum ad sydera ecc. Francofurti, typis Pauli Iacobi, impensis Lucae Iennìs, M.DC.XVIII. Vedi specialmente a pag. 27.
- ↑ Nicolai Adiunctii Burgensis Oratio de mathematicae laudibus, habita in florentissima Pisarum Academia cum ibidem publicam illius scientiae explicationem aggressurus foret, ecc. Romae, ex typographia Iacobi Mascardi, MDCXXVII, pag. 19-21.
- ↑ Memorie del Cardinale Bentivoglio, con le quali descrive la sua vita ecc. In Venetia, M.DC.XLVIII, appresso Paolo Baglioni, pag. 123. Cfr. Galileo Galilei e lo Studio di Padova per Antonio Favaro. Volume I. Firenze, Successori Le Monnier, 1883 pag. 158.
- ↑ In Alcuni opuscoli filosofici del Padre Abbate D. Benedetto Castelli da Brescia, ecc. In Bologna, per Giacomo Monti, 1669, ad instanza de gli eredi del Dozza, pag. 11-12.
- ↑ Notizie dei professori del disegno ecc. Opera postuma di Filippo Baldinucci ecc. In Firenze, MDCCXXVIII, nella stamperia di S. A. R., per li Tartini e Franchi, pag. 321-322. — Di una scrittura di Diego Franchi, contemporaneo di Galileo, vedi in questo stesso Vol. XIX, pag. 46.
- ↑ Citeremo, per esempio: Meditazione poetica di Girolamo Magagnati sopra i Pianeti Medicei ecc. In Venezia, MDCX, presso gli heredi d’Altobello Salicato (cfr. Vol. X, n.º 310). — Adulatio perniciosa di Maffeo Barberini, composta nel 1620 (cfr. Vol. XIII, n.º 1479) epiii volte stampata: cfr. Maphari S. R. E. Card. Barberini, nunc Urbani PP. VIII, Poemata, Antuerpiae, ex officina Plantiniana Balthasaris Moreti, M.DC.XXXIV, pag. 278-282. — Sonetto di Giovambatista Marini, in La Galeria del Cavalier Marino, distinta in pitture et sculture. In Venetia, dal Ciotti, 1620. [Le pitture, parte prima.] Pag. 193; più volte ristampato. Cfr. anche l'Adone del Marino, canto X, ottave XLII e seg. — Sonetto di Ottavio Rinuccini, in Poesie del S.r Ottavio Rinuccini ecc. In Firenze, appresso i Giunti, MDCXXII, pag. 215. — Alla Sacra Maestà Cesarea dell’Imperatore. In lode del famoso Signor Galileo Galilei, Matematico del Serenissimo Gran Duca di Toscana. Canzone del dottore Iacopo Cicognini ecc. [In fine:] In Firenze, nella stamperia di Gio. Batista Landini, 1631 (cfr. Vol. VII, pag. 8, nota 7). — Epigramma di Gabriele Naudé, in Epigrammata in virorum literatorum imagines, quas Illustrissimus Eques Cassianus a Puteo sua in bibliotheca dedicavit ecc. Romae, excudebat Ludovicus Grignanus, CIƆIƆCXLI, pag. 8 (cfr. Vol. XVIII, n.º 4102). — Ecc.
- ↑ Vedi Mss. Gal., Par. I, Tomo III, car. 63-108, e Appendice ai Mss. Gal., Filza intitolata sul dorso: «9. Galileo. Lavori per servire alla Vita di Galileo, raccolti dal Viviani e dal Nelli», car. 345-361. Un sonetto di Guglielmo Colletet «Sur la mort du Seigneur Galilei, excellent mathematicien» è nel cod. 1984 della Biblioteca Angelica di Roma, car. 112.
- ↑ Cfr. Vol. X, pag. 399, nota 1; pag. 412. nota 2; pag. 454, nota 2, ecc. Cfr. pure Vol. IX, pag. 231-272.
- ↑ Cfr., p. e., un luogo del Diario di Cesare Tinghi riferito da A. Solerti, Gli albori del melodramma, vol. II, par. I, Ottavio Rinuccini, Remo Sandron editore, Milano-Palermo-Napoli, pag. 296, nota 1.