Le odi di Anacreonte e di Saffo/Vita di Saffo

Odi (Anacreonte)

Odi (Saffo) IncludiIntestazione 31 agosto 2011 100% Poesie

Odi Odi
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VITA DI SAFFO.


È opinione di antichi Scrittori che due poetesse per nome Saffo sieno esistite; ma dotti Autori più a noi vicini sono sopra di ciò di contrario avviso, sostenendo piuttosto una sola essere stata la poetessa Saffo, nata in Mitilene, capitale dell’isola di Lesbo circa all’Olimpiade LVIII, vale a dire 570 anni avanti G. C. Non si ha monumento che esattamente ponga in luce la condizione della sua stirpe. È tuttora nell’incertezza il preciso nome del di lei padre, da che presso gli antichi viene appellato or Simone, or Eerigio, or Eunonimo, or Ecrito, or Semi, or Camone, or Etarco, or in fine Scamandronimo. Meno incerta contezza si ha della sua Genitrice che Clide o Cleide ebbe nome.

Non fu la Donzella di Lesbo avvenente di aspetto, ma di bella persona, soave nel [p. 118 modifica]riso, e animata da grazia incantatrice. Si unì in coniugal nodo a Cercola, o come altri vuole Cercala o Cercilla, facoltoso abitante di Ando, isola dell’Arcipelago. Non gustò però Saffo lunga pezza le dolcezze d’Imene, spento essendo rimasto il Consorte da morte immatura mentre ella era ancor giovinetta. Pegno de’ suoi affetti con questi fu un’unica figlia, a cui pose il nome di Cleide. Disciolta la nostra Poetessa dal vincolo maritale, non menò forse la più morigerata vita, ma inchinevole alla libertà, si mostrò anzi che no amica ai piaceri, dandosi all’amore di assai giovani, fra cui non fu l’ultimo il poeta Anacreonte. Quegli però che follemente venne amato da Saffo si fu Faone, avvenentissimo giovine Mitilenese. Godè questi vie più che altri gli amori di essa, ma non istette guari che ingrato alla fedeltà dell’amica, s’involò da lei e dalla patria. Indarno ella volle rintracciarlo in Sicilia. Reso vano [p. 119 modifica]ogni di lei tentativo, concepì il coraggioso divisamento di recarsi al promontorio di Leucade per ivi tentare il fatal salto dei disperati amanti. Eseguitolo infatti, estinse ad un tempo l’amore e i suoi giorni. È fama presso alcuni Scrittori delle cose di Saffo che gli amorosi trasporti suoi si estendesser per avventura pur anco a qualche individuo del proprio sesso; ma più giuste considerazioni di altri Eruditi offrono verisimil credenza che passioni siffatte non andassero da purezza di sentimenti disgiunte. I varj affetti di lei valsero a porgerle materia onde scrivere nove libri di eccellenti erotici versi. Deesi alla Lesbia poetessa l’invenzione dell’Antispastico, e dell’Endecasillabo che volgarmente chiamasi Saffico, che che da altri si dica in contrario, attribuendosene il pregio ad Alceo. Dessa ha il merito inoltre di aver posto in uso il mezzo verso di cinque sillabe che Saffico Adonico vien comunemente appellato, e [p. 120 modifica]d’essere stata pur l’inventrice dell’armonia Mixolidia, modo attissimo alla tragedia per la mozion degli affetti, dello stromento detto Magadis e Pectis, e finalmente del Plettro o sia penna da suonare istrumenti a corda. A buon diritto per tanto trovasi Saffo denominata: Prima Poetessa, Nona Lirica, Decima Musa, e Poetessa Divina.

Sventuratamente per altro delle poesie sue non avanzano alle ingiurie del tempo se non dei frammenti.

Le statue, una delle quali fusa in bronzo da Silanione, e l’altra situata nella cittadella d’Atene presso quella di Anacreonte, le medaglie e le gemme che i concittadini le consecrarono offrono chiaro argomento del zelo che bene a ragione accendevali di render fra i posteri venerata e gloriosa la memoria di Saffo, ed in qual grave danno delle lettere sia tornata la perdita del maggior numero delle sue produzioni.