Le monete di Venezia/Valore della moneta

Valore della moneta

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Documento XXXV I Massari
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APPENDICE I.

VALORE DELLA MONETA VENEZIANA

1200-1472



Allo scopo di facilitare lo studio e le ricerche dei valori comparativi del denaro e delle cose nei tempi di mezzo, ho pensato di far seguire questo lavoro numismatico da alcune tavole, ove sono notate esattamente le quantità di oro o di argento che contengono le unità monetarie, tenendo conto delle variazioni succedute col volgere degli anni nel peso e nel titolo delle specie metalliche, e mettendo a confronto l’intrinseco loro valore con quello delle monete moderne, secondo i criteri ai quali è informato il nostro sistema decimale. Nella descrizione di ogni singola moneta, che si trova nel corso dell’opera, ho segnato il peso e il fino, quali risultavano dai documenti contemporanei controllati da assaggi chimici, ma mi pare che col riassumere questi dati e col riportarli alle unità monetarie, che servono di base ai conteggi, si rendano più facili le indagini anche a chi non ha familiari codesti calcoli.

Ricorderò di avere a suo tempo dimostrato, che due erano le lire adoperate a Venezia, entrambe divise in venti soldi da dodici denari per soldo. La più antica e popolare era la lira dei piccoli, di cui vivono ancora la memoria e l’uso col nome di lira veneta: per conoscerne il valore, conviene prendere a base nei tempi più antichi l’intrinseco del denaro, più tardi quello del grosso, e dal 1472 in poi quello della lira d’argento. Trascurando il breve periodo, nel quale a Venezia non si coniava che il solo denaro, la prima tavola, che si occupa delle monete d’argento, principia col secolo XIII, e quindi colla istituzione [p. 380 modifica]del grosso, del quale, per documenti sicuri, si conoscono tanto l’intrinseco quanto il valore. Nella prima colonna segno il peso della lira, relativamente al valore del grosso, tanto in grani veneti, quanto in grammi metrici, poi, ténendo conto del titolo, reco nella terza l’argento puro, che a norma dei tempi formava la lira, e finalmente nell’ultima colonna pongo il valore, che tale quantità d’argento rappresenta nella nostra monetazione attuale.

L’altra lira di conto, adoperata da tempi assai remoti, era la lira di grossi, che nel primo secolo della sua esistenza aveva anch’essa la sua base nel metallo bianco, perchè la sua unità era il grosso, il quale per tale motivo fu detto denaro grosso. Dodici denari grossi erano il soldo di grossi, e venti di tali soldi formavano la lira di grossi, che perciò aveva il valore corrispondente all’argento contenuto in 240 grossi. Il vantaggio più notevole di questa moneta, per cui essa veniva preferita dal commercio e dallo stato nei conti da regolarsi a lunga scadenza, era la stabilità, che mancava invece alla lira di piccoli, perchè il grosso rimase per lungo tempo dello stesso peso e dello stesso titolo, mentre il piccolo e la lira, che da esso prendeva il nome, diminuirono più volte di valore, mutandosi il rapporto fra il grosso ed il piccolo sempre in favore del grosso. Infatti dapprima il grosso corrispondeva a 26, più tardi a 28, e finalmente a 32 piccoli, e così la lira di grossi equivaleva a 26, 28 o 32 lire di piccoli, secondo le modificazioni avvenute nell’intrinseco del denaro o del piccolo.

Nel 1284 fu creato il ducato d’oro, che in breve tempo ebbe favore e diffusione grandissima anche fuori di Venezia. Fu ragguagliato in origine a 18 grossi d’argento, ma quando nei primi lustri del secolo XIV salì al valore di 24 grossi1, [p. 381 modifica]il calcolo della lira di grossi divenne semplice e molto comodo, perchè 10 ducati corrispondevano alla lira, e mezzo ducato al soldo di grossi. La facilità del conteggio, la stabilità ed il favore della nuova moneta consolidarono l’uso di trattare la lira di grossi in ducati, e quando le oscillazioni del mercato alterarono le proporzioni fra l’oro e l’argento, si conservò l’abitudine di calcolare in argento. la lira di piccoli ed in oro la lira di grossi, con un bimetallismo speciale, ben diverso da ciò che sotto questo nome intendono i moderni economisti. Mentre la moneta d’argento subì molte modificazioni ed una progressiva diminuzione d’intrinseco, quella d’oro rimase immutabile ed inalterata, per cui la lira di grossi, uguale a 10 ducati o zecchini, si mantenne fino alla caduta del governo veneto, prendendo anche i nomi di lira di banco e di lira degli imprestiti.

La seconda tavola espone il valore del ducato d’oro o zecchino ed il peso in metallo, che corrisponde ad ogni lira di piccoli nelle diverse epoche, in relazione al numero delle lire e dei soldi, a cui veniva ragguagliato il ducato. Così si rende manifesto il decadimento della lira di piccoli, la quale nel 1284 era rappresentata da un pezzo d’oro del peso di grani veneti 28 2/3, e nel 1797 corrispondeva a poco più di grani veneti 3 dello stesso prezioso metallo, senza aver riguardo alle mutazioni di rapporto fra l’oro e l’argento, delle quali è tenuto conto nella terza tavola.



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Tavola I.
DATA VALORE E PESO DELLE MONETE D’ARGENTO
1200 circa Il grosso istituito al tempo di Enrico Dandolo pesava grani veneti e valeva 26 piccoli 1/2, per formare una lira erano necessari grossi 1/2
1270 circa Il grosso fu valutato 28 piccoli : grossi 8 15/28 per ogni lira
1282 maggio 28 Il denaro grosso fu ragguagliato a 32 piccoli: grossi 7 1/2 per lira
1350 circa Il grosso valeva 48 piccoli: 5 grossi formavano la lira
1369 decembre 19 Da una marca d'argento si devono ricavare 14 1/2 soldi di grossi. Ogni soldino pesa quindi grani veneti 93/100
1379 maggio 4 La moneta d’argento deve andare a 15 soldi di grossi per ogni marca, perciò il grosso del secondo tipo pesa grani veneti 38 40/100
1394 giugno 4 Terso tipo del grosso. Da una marca si devono ottenere non meno di 126 1/2 grossi, nè più di 127 1/2 e quindi in media 127 pezzi del peso di grani veneti 36 23/100.
1399 ottobre 7 Il taglio dei grossi è fissato a 131 pezzi circa per marca d’argento il peso quindi a grani veneti 35 17/100
1407 maggio 10 Il taglio è portato a 136 grossi per marca del peso di grani veneti 88/100
1417 novembre 11 Da una marca si devono ricavare in media lire 29 soldi 9 e quindi il grosso pesare grani veneti 31 28/100
1420(21) febbraio 6 Da una marca si devono ricavare in media lire 29 soldi 16 e quindi ogni grosso pesare grani veneti 30 92/100
1429 luglio 9 Regolazione della moneta per la quale da una marca si devono ricavare lire 31 di monete ed il grosso pesare grani veneti 29 72/100
1443(44) genn. 28 Il Senato ordina che i grossi e i soldi sieno coniati e stampati in ragione di lire 34 per marca ed il grosso pesa grani veneti 27 10/100
1472 maggio 20 Il Consiglio dei Dieci ordina la coniazione della lira del peso di carati 31
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PESO DELLA LIRA TITOLO ARGENTO
puro per lira veneta in grammi
VALORE
corrispondente all'argento puro della moneta decimale
veneto grani metrico, grammi veneto, carati metrico o decimale
388.61 20.110 peggio 40 0.9652 19.410 L. 4.313
360.85 18.674 »     » »     » 18.024 » 4.005
315.75 16.340 »     » »     » 15.771 » 3.504
210.50 10,893 »     » »     » 10.513 » 2.336
198.60 10.277 »     » »     » 9.919 » 2.204
192.00 9.936 peggio 55 0.9522 9.461 » 2.102
181.40 9.387 »     » »     » 8.938 » 1.986
175.85 9.100 »     » »     » 8.665 « 1.925
169.40 8.766 »     » »     » 8.346 » 1.854
156.40 8.093 »     » »     » 7.706 » 1.712
154.60 8.000 peggio 60 0.9479 7.58 » 1.685
148.60 7.690 »     » »     » 7.289 » 1.619
135.50 7.012 »     » »     » 6.646 » 1.476
126.— 6.520 »     » »     » 6.180 » 1,373
[p. 384 modifica]Tavola II.
DATA VALORE DEL DUCATO D'ORO VALORE in lire venete PESO della lira veneta in oro VALORE della lira veneta corrispondente al peso dell'oro in moneta decimale
grani veneti grammi
1284 ottobre 31 Il ducato è valutato 18 grossi di 32 piccoli e cioè 48 soldi 2:8 28 65/100 1.482 L. 5.104
1328 settembre 12 La Quarantia ordina che il ducato debba correre per 24 grossi, ossia 64 soldi. 3:4 21 49/100 1.112 » 3.830
1379 luglio 9 Si prendono & mutuo i ducati che sono fatti e si fanno in zecca coll'aggio di 13 soldi per ducato, e cioè 77 soldi 3:17 17 86/100 0.924 » 3.182
1380 Durante la guerra di Chioggia il ducato valeva L. 4 soldi 5 4:5 16 18/100 0.837 » 2.883
1380 ottobre il ducato valeva L. 4 soldi 6 4:6 15 99/100 0.827 » 2.848
1381 luglio 3 il ducato valeva L. 4 soldi 2 piccoli 6 4:2:6 16 67/100 0.862 » 2.969
1382 luglio 25 Il ducato valeva L. 3 soldi 19 piccoli 6 3:19:6 17 30/100 0.895 » 3.082
1309 ottobre 7 Il ducato valeva 93 soldi 4:13 14 79/100 0.765 » 2.635
1408 Le lire di grossi valevano L. 32 di piccoli, ed a oro L. 48, cioè il ducato 96 soldi 4:16 14 32/100 0.741 » 2.552
1417 novembre 11 Il ducato d' oro valeva soldi 100 5: — 13 75/100 0.711 » 2.449
1429 luglio 29 Il ducato d'oro è ragguagliato a 104 soldi 5:4 13 22/100 0.684 » 2.356
1443 (44) genn. 23 Il ducato d'oro era salito a 114 soldi 5:14 12 6/100 0.824 » 2.149
1472 marzo 20 Il ducato d'oro è ragguagliato a 124 soldi 6:4 11 9/100 0.574 » 1.977


[p. 385 modifica]Tavola III.

PROPORZIONE FRA IL VALORE DELL’ORO E QUELLO DELL’ARGENTO


1284 La lira in oro pesava grani 1.482, la lira d'argento grani 15.771, il rapporto quindi era di 1 a 10.641
1328 » » » » 1.112, » » » 15.771, » » » 1 a 14.182
1350 » » » » 1.112, » » » 10.513, » » » 1 a 9.454
1379 » » » » 0.924, » » » 9.461, » » » 1 a 10.239
1380 » » » » 0.827, » » » 9.461, » » » 1 a 11.440
1399 » » » » 0.765, » » » 8.665, » » » 1 a 11.328
1408 » » » » 0.741, » » » 8.346, » » » 1 a 11.263
1429 » » » » 0.684, » » » 7.291, » » » 1 a 10.659
1444 » » » » 0.624, » » » 6.646, » » » 1 a 10.650
1472 » » » » 0.574, » » » 6.180, » » » 1 a 10.766

  1. Non avendolo fatto prima, diamo qui il testo del decreto 12 settembre 1328, che forma il § CCLXI del Capitolare dei Signori di notte al Criminal, conservato nel Museo Correr al n.° A. 6. 17. c. 90.

    1328. indie. 12. die 12 septembris.

    Capta fuit pars infrascripta in consilio de xl qnod dncati enrrant pro grossis xxiiij usqne ad daos annos et recipi debeant pro omnibus vendicionibus et omnibus solucionibns tam mercacionum quam aliarum quarumcumque rerum. Et nostrum comune idem obsernet tam in dando quam in recipiendo et nullus possit neo debeat recusare ipsos recipere ad dictum cursam sub pena denariorum xij pro libra quam penam exigant officiales grossorum tonsorum et habeant tercium dicte pene et accnsator tercium si inde fuerit et teneatur de credencia et oomune tercium.