Le feste di San Giovanni in Firenze/Parte terza/Capitolo VIII
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§ VIII
Un tesoro inestimabile di affetti fra governati e governanti era esistito per lunga serie di anni in Toscana, e durò fintantoché la dinastia di Lorena si mostrò propensa al soddisfacimento del pubblico bene, e provvide a secondare le nazionali tendenze; questo tesoro era il frutto della sapienza politica e legislativa di Leopoldo I trasmessa in retaggio al figlio Ferdinando, il quale ebbe cura di conservarlo intatto a Leopoldo II. Dopo però che fu restaurata la monarchia e ricomparve questo Principe nei suoi Stati preceduto da truppe austriache da esso espressamente chiamate, e dopo le mancate promesse alla giurata Costituzione, gli uomini più avveduti ravvisarono in ciò il tracollo della dinastia lorenese. Tutti i partiti più o meno liberali riavvicinarono le loro tendenze, e si prepararono alla riscossa del 1859. Il Piemonte e la Francia si armavano, e il desiderio di concorrere alla guerra che vedeasi imminente si propagò nel popolo e nell’esercito toscano; il rivolgimento era già compiuto negli animi, e poco poteva tardare a tradursi nei fatti.
Il 27 aprile 1859; fu il giorno supremo per la Toscana; qualunque proposta che potesse portare una riconciliazione fra il popolo e la dinastia fu da questa rifiutata, e così di fronte alla forza suprema degli eventi dopo 35 anni di regno lasciava la capitale del proprio Stato, un Principe che non aveva voluto o saputo comprendere il nazional sentimento.
Nel giorno medesimo il Municipio di Firenze provvide all’azione governativa e nominò un Governo provvisorio composto di Ubaldino Peruzzi, Vincenzio Malenchini ed Alessandro Danzini.
Nella sera del 23 giugno di quest’anno 1859, ebbe luogo il trattenimento musicale sulla piazza del Duomo e la illuminazione della cupola della Metropolitana e di San Giovanni. Nella mattina del 24 i Rappresentanti il Governo provvisorio toscano intervennero formalmente con le Autorità, Magistrature e Municipio alla solenne messa in musica che fu celebrata nella Metropolitana, e quindi passarono a fare la visita al tempio di S. Giovanni.
Le artiglierie dei forti e le milizie schierate sulla piazza eseguirono varie scariche a dimostrazione di gioia. L’estrazione delle doti e medaglie fu eseguita nella basilica di S. Giovanni.
Proclamato nel 15 marzo 1860, il plebiscito dell’annessione della Toscana alla Monarchia Costituzionale del Re Vittorio Emanuele II, il dì 30 del mese stesso venne in Firenze come di Lui Luogotenente il Principe Eugenio di Savoia Carignano, ed il barone Bettino Ricasoli fu nominato Governatore delle province Toscane. In quest’anno 1860, e nei seguenti 1861 e 1862, si celebrarono nell’interno del tempio di S. Giovanni e nel Duomo le consuete sacre funzioni, e il trattenimento musicale e la illuminazione della cupola e torre di Giotto; ma fu tralasciata ogn’altra festa popolare.
Il giorno 21 di giugno era però l’anniversario della gloriosa battaglia vinta dalle armi alleate francesi e italiane sulle alture di Solferino e di S. Martino, battaglia che assicurò le sorti della indipendenza d’Italia. Questo anniversario veniva rammemorato con una militare rivista sui prati delle Cascine e con illuminazione di pubblici edilìzi della città.
Nell’anno poi 1863, il Consiglio municipale di Firenze deliberò che V anniversario di questa battaglia, unitamente alla festività di S. Giovanni Battista, dovesse solennizzarsi col ripristinare quasi tutte le feste che solevansi fare in Firenze. Infatti in seguito di una notificazione del Glonfaloniere Ferdinando Bartolominei pubblicata nel 17 giugno, nelle ore antimeridiane del dì 24 sulla piazza d’Armi delle RE. Cascine il Generale d’armata passò in rassegna la Guardia nazionale e le truppe di guarnigione della città. A ore 12 meridiane fu eseguito un gran concerto musicale nel gran salone di Palazzo Vecchio, per cura della Società di mutuo soccorso fra gli artisti di musica di Firenze. Alle ore 5 poni, ebbe luogo un corso di carrozze per le vie che congiungono la Piazza S. Maria Novella alla Piazza della Signoria, passando per Piazza del Duomo; alle ore 7 e mezzo pom. fu fatta la corsa dei cocchi entro l’anfiteatro eretto sulla Piazza di S. Maria Novella; ed alla prima ora di notte vennero incendiati i fuochi d’artifizio sul ponte alla Carraia e illuminate le sponde e le spallette del fiume Arno dal ponte Vecchio alla nuova cinta urbana, egualmente che tutti gli edifizi comunali; alcune bande musicali disposte in vari punti della città eseguirono sinfonie fino a notte inoltrata. La Società poi di S. Giovanni Battista fece eseguire la messa in musica nella Metropolitana e la festa sacra nel tempio di S. Giovanni, ove secondo r antica consuetudine intervenne il Municipio di Firenze. L’estrazione delle doti e medaglie conferite dalla Società fu eseguita nella domenica successiva nel gran salone di Palazzo Vecchio con accompagnamento di sinfonie musicali.
Tali feste furono ripetute nel modo stesso anche nell’anno 1864.