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parte terza 71

messa celebrata in Duomo dall'Arcivescovo di Firenze, intervenne la Magistratura giudiziaria ed il Municipio.

Nel successivo anno 1851, si ripristinarono tutte le feste, cioè il palio dei cocchi, i fuochi sul ponte alla Carraia, illuminazione della cupola del Duomo e di San Giovanni, illuminazione di Palazzo Vecchio e trattenimenti musicali in diversi punti della città; nella mattina poi del 24 giugno ebbe luogo il servizio di chiesa ove intervenne il reduce Granduca col consueto suo seguito. Alla destra del Tempio era schierato un battaglione austriaco, ed alla sinistra un battaglione toscano, ed ambedue eseguirono due spari di moschetteria. Dopo il mezzogiorno fu estratta sotto la Loggia degli Ufizi una tombola a profitto dello scolpimento delle statue degli illustri toscani da collocarsi nelle nicchie di detta Loggia. Nelle ore pomeridiane fu fatto il palio dei barberi per il consueto stradale. Da quest’anno 1851, a tutto il 1858, si ripeterono queste feste, non che l’estrazione delle doti e medaglie.

§ VIII


Un tesoro inestimabile di affetti fra governati e governanti era esistito per lunga serie di anni in Toscana, e durò fintantoché la dinastia di Lorena si mostrò propensa al soddisfacimento del pubblico bene, e provvide a secondare le nazionali tendenze; questo tesoro era il frutto della sapienza politica e legislativa di Leopoldo I trasmessa in retaggio al figlio Ferdinando, il quale ebbe cura di conservarlo intatto a Leopoldo II. Dopo però che fu restaurata la monarchia e ricomparve questo Principe nei suoi Stati preceduto da truppe austriache da esso espressamente