Le feste di San Giovanni in Firenze/Parte terza/Capitolo VI

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§ VI


Nel principio dell’anno 1828 alcuni Deputati della Società di S. Giovanni Battista pensarono di fare effigiare in disegno l’immagine di S. Giovanni in atto di esprimere la sua protezione sulla città di Firenze; tal commissione fu data a Cesare Mussini che di poco aveva lasciato l’Accademia di Belle Arti, e che aveva già cominciato a dar saggi di non comune ingegno nella pittura. Egli assunse r incarico e delineò il Santo circondato da corona di angioli in atto di benedir la città, stando ai di lui piedi la figura rappresentante la Toscana appoggiata sopra un leone con lo stemma di Firenze. Questo disegno fii dedicato al Gonfaloniere Bourbon del Monte; quindi fu eseguito in litografia dall’artefice Giuseppe Galli. [p. 66 modifica]

In quest’anno medesimo fu pensato di coniare una medaglia d’argento del valore di lire 10 toscane, ove da un lato fosse scolpito il Precursore in atto di sua predicazione, con intorno il motto: «Praesidium et dulce florentiae decus» e nell’esergo la iscrizione: «Leopoldo II. M. E. - D. - Pio - munifico - claro - ob - multa - in - se - collata - beneficia - societas - fior. - S. Jo. Baptistae - sociis - honorandis an. mpcccxxviii.»

Tale incisione fu approvata con partecipazione della Segreteria del E. Diritto del 21 marzo di detto anno, ed eseguita dall’artefice Giuseppe Nannucci; nella mattina del 26 di giugno dal Principe don Tommaso Corsini, presidente della Società, furono presentate al Granduca due di queste medaglie, che una d’argento e l’altra di bronzo.

In quest’anno come nei successivi si continuarono le feste pubbliche, religiose e civili con tutte le solite pompe nuovamente introdotte, quali andarono anche aumentando, poiché mentre per il passato illuminavasi soltanto le cuspide della cupola del Duomo, la Società di S. Giovanni Battista ottenne dal Gonfaloniere Andrea Bourbon Del Monte la facoltà di illuminare a proprie spese l’intera cupola ed il cornicione del tempio, e questa illuminazione fu diretta da Gaetano Baccani ingegnere dell’Opera. Tennero pure illuminati il campanile del Duomo, la torre di Palazzo Vecchio^ ed alcune strade che dal lung’Arno e dal Ponte a S. Trinità e Ponte Vecchio davano comunicazione con la Piazza del Duomo.

Fu tanto il favore che questa Società seppe acquistarsi, che la Congregazione di S. Ranieri di Pisa domandò di prendere cognizione delle costituzioni di essa, delle quali costituzioni fu data comunicazione per mezzo del conte Guido Della-Gherardesca. I soci in questi anni ascesero a [p. 67 modifica]N. 1200 fra i quali il Re Carlo Alberto e il Principe Cariguano, e il Principe Luigi Bonaparte Conte di S. Leo già Re d’Olanda; per il che oltre le spese delle sacre funzioni, della musica e illuminazione, la Società fu in grado di aumentare il numero delle doti che furono portate a ventisei da scudi dieci ed una di scudi trenta, e a distribuire N. 50 medaglie d’argento e L. 400 in sussidi. Come documento di onorificenza riportasi qui una lettera del marchese Clio. Battista Bourbon Del Monte, Gronfaloniere di Firenze, del 30 giugno 1830, diretta ai componenti la Deputazione della Società di San Giovanni Battista. «Il plauso sì dei nazionali come degli esteri che hanno riportato le feste civiche date nella ricorrenza della festività di S. Giovanni Battista, debbesi in parte non piccola allo zelo e cooperazione delle SS. LL. lll.me per il miglioramento delle decorazioni della Metropolitana, e annessi nella sera della vigilia di detto Santo, e per la più decente solennizzazione di detta festività con sacre funzioni e distribuzione di caritativi sussidi; e come cittadino e come magistrato devo interessarmi di tutto quello che può contribuire ad accrescere il lustro alla città, mancherei a questo mio dovere se omettessi in questa circostanza di congratularmi con le SS. LL. per l’ottimo resultato da cui sono state coronate le loro premure, e di ringraziarli nel tempo stesso in nome pubblico di quanto hanno operato a pro dei loro concittadini. I replicati riscontri che hanno dato del loro zelo in questo proposito, mi dispensano da qualunque eccitamento e preghiera, onde vogliano persistere anche negli anni avvenire.»

Queste parole del Gonfaloniere di Firenze furono eccitamento a procurare nel successivo anno altri pubblici [p. 68 modifica]divertimenti in aumento alle consuete feste di S. Giovanni.

L’estrazione delle doti che prima eseguivasi nella sala concessa dalla Congregazione di San Giovanni Battista, a cominciare dall’anno 1831, ebbe luogo nel portico degli Ufizi sotto il grande arco ove vedesi la statua scolpita da Gian Bologna rappresentante Cosimo I, per ordine del quale nel 1560, fu costruita questa fabbrica da Giorgio Vasari.

Alla cerimonia dell’estrazione di queste doti prese parte la banda de’ volontari con musicale trattenimento.

Nell’anno poi 1835, a cura e provvedimento della Società, nella sera del 24 giugno fii eseguito altro trattenimento musicale sulla piazza di S. Giovanni, ove dal lato del Bigallo venne eretto apposito palco ed un recinto speciale per i soci con vaga illuminazione. Detta Società ottenne dal Governo la qualifica di «Regia» in forza di un motuproprio del dì 8 novembre 1839.

Queste e tutte le altre pubbliche feste furono continuate senza interruzione fino al 1846. È da notarsi che in quest’anno nel giorno di S. Giovanni fu fatto il collocamento delle prime tre statue nelle nicchie degli Ufizi, cioè del Macchiavelli, Cosimo Pater Patrise e Amerigo Yespucci, e ciò per iniziativa del tipografo e libraio Vincenzio Batelli, che riuscì nell’impresa di formare, fino dal 1835, una associazione che aveva per scopo di fare scolpire le statue dei più illustri toscani, con le quali adornare questo grande edifizio.