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In quest’anno medesimo fu pensato di coniare una medaglia d’argento del valore di lire 10 toscane, ove da un lato fosse scolpito il Precursore in atto di sua predicazione, con intorno il motto: «Praesidium et dulce florentiae decus» e nell’esergo la iscrizione: «Leopoldo II. M. E. - D. - Pio - munifico - claro - ob - multa - in - se - collata - beneficia - societas - fior. - S. Jo. Baptistae - sociis - honorandis an. mpcccxxviii.»

Tale incisione fu approvata con partecipazione della Segreteria del E. Diritto del 21 marzo di detto anno, ed eseguita dall’artefice Giuseppe Nannucci; nella mattina del 26 di giugno dal Principe don Tommaso Corsini, presidente della Società, furono presentate al Granduca due di queste medaglie, che una d’argento e l’altra di bronzo.

In quest’anno come nei successivi si continuarono le feste pubbliche, religiose e civili con tutte le solite pompe nuovamente introdotte, quali andarono anche aumentando, poiché mentre per il passato illuminavasi soltanto le cuspide della cupola del Duomo, la Società di S. Giovanni Battista ottenne dal Gonfaloniere Andrea Bourbon Del Monte la facoltà di illuminare a proprie spese l’intera cupola ed il cornicione del tempio, e questa illuminazione fu diretta da Gaetano Baccani ingegnere dell’Opera. Tennero pure illuminati il campanile del Duomo, la torre di Palazzo Vecchio^ ed alcune strade che dal lung’Arno e dal Ponte a S. Trinità e Ponte Vecchio davano comunicazione con la Piazza del Duomo.

Fu tanto il favore che questa Società seppe acquistarsi, che la Congregazione di S. Ranieri di Pisa domandò di prendere cognizione delle costituzioni di essa, delle quali costituzioni fu data comunicazione per mezzo del conte Guido Della-Gherardesca. I soci in questi anni ascesero a