Le Selve/Note alla selva Il campagnuolo

Note alla selva Il campagnuolo

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Angelo Poliziano - Le Selve (XV secolo)
Traduzione dal latino di Luigi Grilli (1902)
Note alla selva Il campagnuolo
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IL CAMPAGNUOLO.


* Questa selva giudicata non gran cosa dal terribile Giulio Cesare Scaligero (Poët., VI) pare al Menke, come a molti che la lodarono innanzi di lui, e come parrà, credo, ai moderni lettori, soave ed elegantissima poesia; e per copia e spontaneità d’immagini (tanto difficile a un dottissimo, in soggetto tutto esiodèo e virgiliano), e proporzione di disegno, preferibile ad alcun’altra: io dirò francamente a tutte tre le altre.

Mi associo pienamente al giudizio dell’illustre maestro, dal quale anche i lettori son certo non dissentiranno.

Pag. 50, v. 120.

Milziade, il quale nel 490 a.C. debellò i Persiani in Maratona, villaggio dell’Attica, presso il mare.

Pag. 53, v. 178.

Allude alla nota favola di Progne, figlia di Pandione re d’Atene, la quale, perseguitata dal marito Tereo, fu cangiata in rondine.

Pag. 58, v. 272 sgg.

Cfr. la descrizione del giardino di Venere nella Giostra, st. LXXIX. [p. 230 modifica]

Pag. 68, v. 443.

Marmo di color verde.

Pag. 68, v. 450.

Mirone era un famoso statuario greco, celebre negli epigrammi dell’Antologia e presso i poeti classici.

Pag. 68, v. 453 sgg.

* Pergamo, reggia d’Attalo; Menfi, de’ re egiziani; Tiro e Babilonia grandi produttrici e lavoratrici di porpora e d’altre splendidezze.

Pag.. 83, v. 712.

Apollo, figliolo di Giove e di Latona, fratello di Diana, era considerato anche Dio degli armenti, dei campi e delle selve.

Per tutti i prognostici riferiti in questa Selva, v. Plinio, Naturalis historia.

Pag. 91, v. 853 sgg.

* Singolare questa protesta del poeta georgico (già da sei anni priore; e tre dopo, laureato e canonico) di non voler diventar né cardinale, né papa: singolare ai posteri indiscreti che hanno appunto sospettato in lui qualche ambizioncella prelatizia.

Pag. 91, v. 868.

* Traducono questo verso virgiliano in buona prosa fiorentina i priorati e pievanie e beneficietti senza cura, che il poeta sapeva chiedere e ottenere dai suoi ricchi patroni.

Pag. 92, v. 877.

In greco, latino e toscano.