Laude (1910)/Laude/Lauda XLII

XLII. Como l’anima priega li angeli che l’insegnino ad trouar Iesù Christo

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XLII. Como l’anima priega li angeli che l’insegnino ad trouar Iesù Christo
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Como l’anima priega li angeli che l’insegnino ad trouar Iesù Christo.          .xlij.


     ENsegnatime Iesù Christo,       ché lo uoglio trouare;
     ch’io l’aggio udito contare       ch’esso è de me namorato.
Prego che m’ensegnate       la mia namoranza,
     faccio gran uillanìa       de far più demoranza,4
     facta n’à lamentanza       de tanto che m’à spectato.
Se Iesù Christo amoroso       tu uolessi trouare,
     per la ual de uilanza       t’è oporto d’entrare;
     noi lo potem narrare,       ché molti el ci on albergato.8
Prego che consiglite       lo cor mio tanto afflicto,
     & la uia m’ensignite       ch’io possa tener lo dricto;
     da poi ch’ad andar me mitto,       ch’io non pos esser errato.
La uia per entrar en uilanza       è molto strecta l’entrata;12
     ma poi che dentro serai,       lebbe t’è poi la giornata;
     serain’assa’ consolata       se c’entrara’ en quello stato.
Opriteme la porta,       ch’io uogl’entrar en uiltate,
     ché Iesù Christo amoroso       se troua en quelle contrate;16
     decetel ch’en ueritate       molti el ci on albergato.
Non te lassamo entrare;       iurato l’auem presente
     che nullo ce può transire       ch’aia ueste splacente;
     & tu hai ueste fetente,       l’odor n’à conturbato.20

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Qual è l uestir ch’i’ aggio       el qual me fa putigliosa?
     ch’io lo uoglio gettare       per esser a Dio gratiosa,
     & como deuenti formosa       lo cor n’ò nanemato.
Ora te spoglia del mondo       & d’onne facto mondano;24
     tu n’èi molto encarcata,       el cor non porti sano;
     par che l’aggi sì uano       del mondo oue sè conuersato.
Del mondo ch’agio l uestire,       uegente uoi, me ne spoglio;
     & nul encarco mondano       portar meco più uoglio;28
     & omne creato ne toglio       ch’io en core auesse albergato.
Non ne pari spogliata       como si conuerrìa;
     del mondo non sè desperata,       spene ci ài falsa & ria;
     spògliate & gettala uia,       ché l cor non sia reprouato.32
Et io me uoglio spogliare       d’omne speranza ch’auesse,
     & uogliomene fugire       da hom che me souenesse;
     megli’ è se en fame moresse       che l mondo me tenga legato.
Non ne pari spogliata       che glie ne sia ’n piacemento,36
     de spirital amistanza       grande n’ài uestimento;
     usate che getta gran uento       & molti sì ci on tralipato.
Molto m’è duro esto uerbo       lassar loro amistanza;
     ma ueggio che lor usamento       m’arieca alcuna onoranza;40
     per acquistar la uilanza       siragio da lor occultato.
Non t’è oporto fugire       lor usamento a stagione,
     ma ètte oporto fugire       de non oprir tua stacione;
     per uscio entra latrone       & porta el tuo guadagnato.44
Opriteme la porta,       pregoue en cortesìa,
     ch’io possa trouar Iesù Cristo       en cui aggio la spene mia;
     respondemi, amor, uita mia,       non m’eser ormai straniato.
Alma, poi ch’èi uenuta,       respondote uolontire:48
     la croce è lo mio lecto       là ue te poi meco unire;
     sacci si uogl salire       hauerame po albergato.
Christo amoroso, e io uoglio       en croce nudo salire;
     & uoglioce abracciato,       Signor, teco morire;52
     gaio seram’a patire,       morir teco abracciato.