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LAVDA .XLIIJ. | 59 |
Qual è l uestir ch’i’ aggio el qual me fa putigliosa?
ch’io lo uoglio gettare per esser a Dio gratiosa,
& como deuenti formosa lo cor n’ò nanemato.
Ora te spoglia del mondo & d’onne facto mondano;24
tu n’èi molto encarcata, el cor non porti sano;
par che l’aggi sì uano del mondo oue sè conuersato.
Del mondo ch’agio l uestire, uegente uoi, me ne spoglio;
& nul encarco mondano portar meco più uoglio;28
& omne creato ne toglio ch’io en core auesse albergato.
Non ne pari spogliata como si conuerrìa;
del mondo non sè desperata, spene ci ài falsa & ria;
spògliate & gettala uia, ché l cor non sia reprouato.32
Et io me uoglio spogliare d’omne speranza ch’auesse,
& uogliomene fugire da hom che me souenesse;
megli’ è se en fame moresse che l mondo me tenga legato.
Non ne pari spogliata che glie ne sia ’n piacemento,36
de spirital amistanza grande n’ài uestimento;
usate che getta gran uento & molti sì ci on tralipato.
Molto m’è duro esto uerbo lassar loro amistanza;
ma ueggio che lor usamento m’arieca alcuna onoranza;40
per acquistar la uilanza siragio da lor occultato.
Non t’è oporto fugire lor usamento a stagione,
ma ètte oporto fugire de non oprir tua stacione;
per uscio entra latrone & porta el tuo guadagnato.44
Opriteme la porta, pregoue en cortesìa,
ch’io possa trouar Iesù Cristo en cui aggio la spene mia;
respondemi, amor, uita mia, non m’eser ormai straniato.
Alma, poi ch’èi uenuta, respondote uolontire:48
la croce è lo mio lecto là ue te poi meco unire;
sacci si uogl salire hauerame po albergato.
Christo amoroso, e io uoglio en croce nudo salire;
& uoglioce abracciato, Signor, teco morire;52
gaio seram’a patire, morir teco abracciato.
De la misericordia & iustitia & como fu l’omo reparato: Et parlano diuersi. .xliij.
L’Omo fo creato uirtuoso,
uolsela sprezar per sua follìa;
lo cademento fo pericoloso,
la luce fo tornata en tenebrìa;4
lo resalire posto è fatigoso;
a chi nol uede parglie gran follìa,