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58 JACOPONE DA TODI

O peccatrice engrata,       retorna al tuo Signore;
     non esser desperata       cha per te muor d’amore;40
     pensa nel suo dolore       co l’ai d’amor piagato.
Io aggio tanto offeso,       forsa non m’aruorrìa;
     aggiol morto & conquiso;       trista la uita mia!
     non saccio oue me sia       sì m’à d’amor legato.44
Non hauer dubitanza       de la receptione,
     non far più demoranza,       non hai nulla cagione;
     clame tua ententione       con pianto amaricato.
O Christo pietoso,       oue te trouo, amore?48
     non esser più nascoso,       ché moio a gran dolore;
     chi uide el mio Signore?       narrel chi l’à trouato.
O alma, noi el trouammo       su nella croce appiso,
     morto lo ce lassamo       tutto battuto & alliso;52
     per te a morir s’è miso,       caro t’à comparato.
Et io comenzo el corrocto       d’un acuto dolore:
     amore & chi t’à morto?       sè morto per mio amore;
     o enebriato amore,       ou’ài Christo empicato?56


Como l’anima priega li angeli che l’insegnino ad trouar Jesù Christo.          .xlij.


     ENsegnatime Iesù Christo,       ché lo uoglio trouare;
     ch’io l’aggio udito contare       ch’esso è de me namorato.
Prego che m’ensegnate       la mia namoranza,
     faccio gran uillanìa       de far più demoranza,4
     facta n’à lamentanza       de tanto che m’à spectato.
Se Iesù Christo amoroso       tu uolessi trouare,
     per la ual de uilanza       t’è oporto d’entrare;
     noi lo potem narrare,       ché molti el ci on albergato.8
Prego che consiglite       lo cor mio tanto afflicto,
     & la uia m’ensignite       ch’io possa tener lo dricto;
     da poi ch’ad andar me mitto,       ch’io non pos esser errato.
La uia per entrar en uilanza       è molto strecta l’entrata;12
     ma poi che dentro serai,       lebbe t’è poi la giornata;
     serain’assa’ consolata       se c’entrara’ en quello stato.
Opriteme la porta,       ch’io uogl’entrar en uiltate,
     ché Iesù Christo amoroso       se troua en quelle contrate;16
     decetel ch’en ueritate       molti el ci on albergato.
Non te lassamo entrare;       iurato l’auem presente
     che nullo ce può transire       ch’aia ueste splacente;
     & tu hai ueste fetente,       l’odor n’à conturbato.20