La stazione estiva di Montepiano/VIII
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§ 8. — S. Ippolito (vulgo Sampoto)
M. 411 sul mare.
A chi venga da Prato, passato di poco Carmignanella, si fa innanzi a sinistra la fattoria e il paesello di Gricigliana.
È sovra un’altura e dànno lieto spettacolo di sè la villa, la piccola, romita chiesetta, le linde (ne sia lode al Conte Ferdinando Guicciardini) case coloniche, la bella strada padronale che vi conduce.
Procedendo più oltre troviamo un fabbricato detto «la Signora» che sarebbe bello, se fosse compiuto, già abitazione dei signori Novellucci, ora del Cav. Herman distinto cultore delle storiche discipline.
Poco dopo ci si para davanti un paesaggio rassomigliante a quello di Gricigliana, ma in luogo più elevato, più aperto, su un contrafforte di Poggio al Cerro: S. Ippolito. È la posizione più ridente del Comune: dalle alture di Montecuccoli, da Cavarzano, da Celle si vedon con piacere queste pendici ove prosperano la vite e il pingue olivo: si vedon con piacere lo svelto campanile, le mura della chiesa annerite dal tempo, le case, poche ma decenti, che le stanno appresso.
Queste, come la Chiesa, posano su un ripiano, che sembra formato da uno scoscendimento del monte. È composto da vari casolari che quasi dalle rive del Bisenzio si stendono fino alla cima del poggio al Cerro, allargandosi verso Gricigliana.
Vi sono acque in abbondanza, leggere, freschissime, e tra le migliori sorgenti è da notarsi quella del Ciorgnolo sulla via per Mercatale, ricca sovra modo. Gli abitanti sono molto abili nell’agricoltura e sanno ben trar profitto dell’arte loro.
La chiesa rimonta a tempi antichissimi, come lo dimostra l’aspetto. Dinanzi alla facciata che, contro le consuetudini religiose, è volta ad occidente, trovasi un vasto loggiato, il Pronao de’ Greci.
La costruzione in pietra battuta è assai bella, e la nuova strada comunale, che partendo dal cimitero di Mercatale conduce a Luicciana, ha costretto a sbassare l’antico piano, al fianco destro del tempio, e ne ha reso più svelto ed elegante l’aspetto.
In antico era all’interno tutta storiata di buoni affreschi, senonchè la mano del sapiente imbianchino rese d’un colore uniforme tutte le pareti.
Sul primo altare a destra di chi entra v’ha un dipinto di buon pennello rappresentante la Deposizione della Croce: fu un dono de’ Conti Bardi.1
Nella canonica assai vasta e che in antico dicesi abitata da canonici regolari, trovasi una «Natività» attribuita al Ghirlandaio e un altro dipinto della scuola giottesca. All’altare del Crocifisso vi sono due belle colonne, tutte d’un pezzo, di pietra serena. V’ha pure in canonica un trittico di stile bizantino, rappresentante S. Lucia in mezzo, a destra S. Antonio e a sinistra S. Rocco. Vi sono due iscrizioni: l’una illeggibile; l’altra porta: «propter devotionem, prima die maj 1507».
Le cave di S. Poto sono ricche assai di buona arenaria e ne vien lavorata molta per il comune di Vernio ed i comuni vicini.