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schi, senonchè la mano del sapiente imbianchino rese d’un colore uniforme tutte le pareti.

Sul primo altare a destra di chi entra v’ha un dipinto di buon pennello rappresentante la Deposizione della Croce: fu un dono de’ Conti Bardi.1

Nella canonica assai vasta e che in antico dicesi abitata da canonici regolari, trovasi una «Natività» attribuita al Ghirlandaio e un altro dipinto della scuola giottesca. All’altare del Crocifisso vi sono due belle colonne, tutte d’un pezzo, di pietra serena. V’ha pure in canonica un trittico di stile bizantino, rappresentante S. Lucia in mezzo, a destra S. Antonio e a sinistra S. Rocco. Vi sono due iscrizioni: l’una illeggibile; l’altra porta: «propter devotionem, prima die maj 1507».

Le cave di S. Poto sono ricche assai di buona arenaria e ne vien lavorata molta per il comune di Vernio ed i comuni vicini.

§ 9. — Poggiòle

M. 530 sul mare.

Questo nome gli viene dalla postura: è una frazione molto sparsa a piccoli casolari o borgatelle. La più importante di queste è Luciana, sopraccapo alla quale ebbero gli Alberti un castello del quale si vedono ancora i ruderi. Nulla di notevole se non le pendici ridenti di fronte a Mercatale nella sezione anteriore. La popolazione infatti è sparsa su due pendici; la prima situata sul versante del Bisenzio e della Fiumenta; la seconda,



  1. Vi è scritto il nome dell’autore così: «S. Bizellius Flor. fecit 1591».