La meteorologia applicata all'agricoltura/Parte seconda/3/1

../|3 - Storia generale delle quattro stagioni dell'anno, col carattere dei mesi, e dei giorni

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Parte seconda - 3 3 - 2
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§. I. Istoria generale delle quattro stagioni dell’anno, col carattere dei mesi, e dei giorni:
Calendario Meteorologico.

163. Sarebbe strano, che mentre si studia di conoscere nell’istorie de’ viaggiatori la costituzione delle stagioni, dei venti, delle pioggie, ec. che ha luogo in Egitto, nel Malabar, al Perù, e in altri paesi lontani; noi non sapessimo render conto a un forestiere, nè a noi medesimi, quale sia la costituzione generale d’un mese, o d’una stagione nel paese proprio; quando una tal cognizione è di tutta importanza per le opere dell’agricoltura, e per tanti oggetti pubblici e particolari.

164. Gli antichi avevano dei Calendarj, che si veggono negli autori di Agricoltura (vedete tra gli altri Columella L. XI.) ove colla descrizione delle stelle, il cui levare e tramontare, così detto poetico, dirigeva le opere successive della campagna, si marcava l’inclinazione de’ giorni alla pioggia al vento al tuono alla brina ec. che erano caratteri generali dedotti da lunghissima osservazione.

165. Si vedrà in fatti nel Calendario seguente, che certi giorni o contorni di giorni, sembrano aver un certo carattere marcato. Io non dirò, che si debba attribuir ciò all’efficacia di alcune stelle, o ammassi di stelle, come le plejadi, le hiadi, arturo, orione, ec. con le quali il sole mescolando i suoi raggi, (ogni anno all’istesso giorno) occasioni nell’aria una certa impressione; ma credo utile l’aver fatto queste osservazioni; e in questo modo possono aver agito gli antichi, prendendo in seguito le stelle per segni, forse anche per cause di queste impressioni. [p. 89 modifica]

166. Prima di tutto esporrò la maniera, che ho tenuta per compilare questo Calendario. Ho formato una gran Tavola di xii. pagine in foglio, per li xii. mesi dell’anno, disponendo tante colonne per ogni mese, quanti giorni contiene; di anno in anno ho notato a ciascun giorno con una zifra la qualità del giorno, corsa effettivamente in quest’anno notata nel Diario dell’osservazioni. Queste zifre sono, S, che significa sole, o sereno; P: pioggia; n. nuvolo; N, neve; Va, variabile; V, vento; C, caligine, T, G, tuono gragnuola. Qualche giorno si trova aver due, o tre di queste marche; per esempio, S V sole e vento; C P V caligine, pioggia, vento.

167. Avendo così marcate tutti i giorni di questi 50 anni dal 1725 fino al 1785 inclusivamente, a piè della Tavola, ho sommato per ordine, e a parte tutti i caratteri di quella colonna; da parte poi, a destra, ho sommato i caratteri d’ogni linea, che dimostra d’anno in anno, quanti giorni ogni mese abbia avuto di piovosi, sereni, ventosi, ecc.

168. Credo che qualcheduno avrebbe avuto piacere di veder tutta questa Tavola estesa, che può soddisfare alla curiosità; poichè dimostra di che qualità sia stato qualunque giorno di questi 60 anni, con altre viste che si possono avere; ma ella è troppo grande, esige una forma di foglio; la potrò forse dare altra volta a parte; quì ho staccato li numeri a piè della Tavola, che forma il Calendario generale, dimostrando così in certo modo la qualità, e l’inclinazione di ciascun giorno, al sereno, alla pioggia, al vento, ec.

169. I numeri dunque di questo Calendario, significano, per esempio; il primo di Gennajo fu sereno 17 volte, ha fatto neve o pioggia 15. volte; neve a parte 8 volte; vento 6. volte; 6 volte fu nuvolo, o la maggior parte coperto 6 volte vento, 7 [p. 90 modifica]volte nebbia, o caligo. Si vede dunque in pieno, che da questo giorno poco si può attender di buono; e così degli altri.

170. Se il Sig. March. Poleni avesse espresso con più dettaglio l’altre meteore, ne avrei cavate altre indicazioni utili; per esempio, sarebbe utile per la campagna sapere quante volte in un giro d’anni ha fatto gragnuola, o temporale burrascoso; ho cercato di supplire nel miglior modo colle osservazioni mie degli ultimi 9. anni. La colonna che nei 5 mesi d’inverno, cioè gennajo, febbrajo, marzo, novembre e decembre, dimostra la neve; negli altri 7 mesi l’ho applicata alla gragnuola, ed ai temporali. Gli anni in vero sono pochi per fondare un carattere generale1. Se avessimo le vantate osservazioni degli Egizi e de’ Babilonj per migliaja d’anni, allora si vedrebbe, se veramente vi fosse questa inclinazione de’ giorni a una data qualità, e qual potesse essere; poichè in un mezzo secolo si può sospettare che regni un’influenza, come in questo, dell’aurore boreali, che non abbia luogo in un altro. Come nei numeri del lotto in qualche anno escono più di frequente quelli d’una tal decina; e da 40 anni che si cava il lotto di Venezia v’è dei numeri che sono usciti al doppio più volte, che altri; ma verrà for[p. 91 modifica]se il suo tempo anche per questi; e come nella serie dei numeri naturali, andando avanti colla progressione, ogni numero semplice viene a regnare solo, per esempio 77777, 99999; così potrebbe dirsi, che nel corso naturale delle meteore ciascuna di secolo in secolo, o di tratto in tratto domini sopra l’altre, in quel giorno, o contorno dei giorni. Perciò vi vorrebbe una serie lunghissima di osservazioni per secoli e secoli, che beati noi se i nostri maggiori si fossero avvisati di registrarle; i nostri posteri saranno più fortunati, se così continuano gli studj della Fisica. Intanto questo è il metodo delle probabilità, e noi avremo cominciato ad eseguirlo. Posto ciò, facciamo qualche riflesso generale.

171. 1. Sembra di fatto effervi certi giorni inclinati al buono, altri al cattivo. Ho osservato in questi due ultimi anni, dopo che avevo abbozzato questo calendario, che i giorni marcati di carattere burrascoso, per esempio, se non sono tali in quest’anno, non sono nè pur belli, soffrendo qualche alterazione indipendentemente da’ punti lunari; all’opposto quelli che sono marcati per buoni, se anche soffrono qualche pioggia o burrasca, anno però degl’intervalli buoni: 2. se il giorno stesso, o un contorno di giorni, non è della qualità marcata, lo sarà uno vicinissimo; e Plinio ha ben avvertito a questo proposito (L. XVIII. c. 26.) non ad dies utique præfinitas expectari tempestatum vadimonia. 3. Quando le qualità dei giorni si trasportano in questa maniera, sarà principalmente a cagione de’ punti lunari, che sono vaganti nel calendario per il giro di 19. anni. Nel Calendario Giuliano, in cui i novilunj erano marcati col numero d’oro, si vede quà e là dei giorni vuoti, ne’ quali cioè non cadono mai novilunj: s’avrebbe potuto sospettare, che sono questi i bei giorni dell’anno; ma vi sono gli altri punti che possono cadervi; e poi le mutazioni di tem[p. 92 modifica]po non accadono nei giorni stessi de’ punti lunari; ed in fine l’osservazione ne dissuade da questo sospetto.

172. Comunque sia, questo calendario almeno servirà 1. a tracciare l’istoria delle meteore e la successione delle stagioni, in questo paese: ogni paese dovrebbe procurarsene un simile, e se fosse possibile, più dettagliato. 2. Darà una specie di regola per li lavori; poichè niuno vorrà esser così imprudente per intraprendere es. gr. una lunga escavazione nei mesi di maggio o di ottobre, ne’ quali regnano le pioggie e le innondazioni, o di metter a seccare il grano in giorni ordinariamente piovosi ec. 3. A questa regola generale del calendario perpetuo aggiugnendo la regola particolare de’ punti lunari, de’ quali i giorni saranno marcati nell’Almanacco di ciascun anno; ciascuno potrà formare delle congetture più fondate e meglio disporre de’ suoi affari.2 [p. 93 modifica]

173. Prima di entrare nel dettaglio particolare, esporrò quì succintamente l’andamento generale delle pioggie, dandone i numeri medj, tanto dei giorni, che della misura, per ciascun mese: questa cognizione è la più importante per la campagna. Eccone la Tavola, ridotta a minimi termini, che mostrano la proporzione d’un mese all’altro. [p. 94 modifica]

Tavola della Pioggia e dei giorni Piovosi, per li mesi.

Mesi Gen. Febr. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Sett. Ott. Nov. Dec. med.
Pioggia mis. med. 2,52 1,96 2,56 3,25 3,64 3,22 2,86 2,67 3,07 3,85 3,44 2,86 8,79
Giorni piovosi, num. med. 8,60 1,85 8,33 6,50 11,00 10,00 8,00 7,75 6,75 10,00 10,00 9,00 10,0
Numeri medj composti 11,2 9,85 10,89 12,75 14,64 13,22 10,86 10,42 9,82 13,85 13,44 11,86


Questi numeri colle decimali, dimostrano la proporzione di pioggia d’un mese all’altro, come s’è detto. Si scorge, che il numero de’ giorni piovosi non corrisponde alla misura della pioggia, nelli mesi; è lo stesso per gli anni. Il piovoso, o no, risulta dal numero de’ giorni, e dalla misura della pioggia, sommati insieme. Onde in generale i mesi di maggio, e di ottobre sono i più piovosi; i meno piovosi, settembre, febbrajo, e gennajo; la vera indicazione di ciascun mese viene esibita dai suoi numeri nell’ultima linea.

174. Veniamo ora a dar un’idea generale dell’andamento e condizione, mese per mese; riservando le particolarità al calendario isteffo, in cui i numeri parleranno da se stessi. [p. 95 modifica]

GENNAJO.

175. Questo è il mese del freddo, della neve, dei ghiaccj, delle nebbie. La neve regna dal primo fino ai 18, o se si vuole, con minor frequenza fino ai 25. Le pioggie non sono molto frequenti, più tosto regnano i venti, e questi di Nord Est, che portano anche la neve. Eccettuando i primi quattro giorni, che sono in vero cattivi, questo mese è capace di belle giornate, e il giorno 29 è uno de’ più belli dell’anno. Si vede come l’inclinazione de’ giorni, per esempio, alla neve, va ondeggiando, cala, e poi cresce di nuovo, come se volesse prender fiato.

FEBBRAJO.

176. Questo mese conserva la medefima inclinazione del precedente. I primi giorni sono burrascosi, e nevosi; fa degli aspri freddi e delle burrasche, sopra tutto se gennajo sia stato umido e dolce. Il 2 giorno della Ceriola, è critico; poichè se è buono, dicesi, siamo alla metà dell’inverno, al contrario se è piovoso, pare finito. Per altro vi sono quà e là anche in questo mese, dei buoni giorni. Il giorno di S. Mattia, 24, se trova gelo, lo scioglie; se nol trova lo produce; è proverbio.

MARZO.

177. Sino alla metà inclina al sereno; verso gli 8, cominciano i venti a soffiare; e sono sovente burrascosi, or con pioggia e neve, or asciutti e chiari. Si vede dalla Tavola, che i giorni critici per li venti sono specialmente li 12, 20, 23, 25, e 29, nei quali vi furono naufragj celebri a memoria nostra. In questo mese comincia d’ordinario a sentirsi il tuo[p. 96 modifica]no, che i nostri contadini chiamano tirare di Primavera, e molto osservano da qual parte giri questo primo temporale, poichè d’ordinario i temporali estivi seguono quella traccia. Col novilunio, e plenilunio di marzo, la stagione ordinariamente prende il tuono per tre mesi o anche per sei, vale a dire una certa disposizione all’umido o al secco, al buono o al cattivo.

APRILE.

178. In questo mese i venti continuano, i giorni sereni si diminuiscono; loro succedono i variabili e piovosi, e piove tal ora dieci volte al giorno. Il 25. giorno di S. Marco è giorno de’ più piovosi ed oscuri di tutto l’anno. In compensazione si gode la dolcezza della stagione, se stanno lontane le brine, la vegetazione fa progressi mirabili.

MAGGIO.

179. È il mese che ha meno di giorni sereni, e il più di piovosi; tali sono principalmente li 2, 5, 7, 11, 15, 18, 20, 25, 27, 28. In questo mese succedono ordinariamente l’escrescenze, e innondazioni de’ fiumi, anche per la fusion delle nevi sull’Alpi. I temporali d’estate, le gragnuole, fanno spesso de’ gran danni: i giorni più critici sono li 23, 24, 25. Gli altri giorni sono più tosto variabili, che nuvolosi, a differenza dell’inverno, in cui i giorni di tal classe sono più tosto nuvolosi, che variabili. In questo mese sono anche da temere le nebbie, sopra tutto presso i giorni 2, 12, 22. [p. 97 modifica]

GIUGNO.

180. La stessa intemperanza piovosa s’estende in questo mese: v’è qualche pausa verso li 12. ma segue variabile fino a S. Giovanni, che il tempo si mette al buono fino alla fine del mese. Verso la metà comincia a farsi sentire il caldo estivo. I giorni pericolosi per li temporali sono li primi, ed il contorno di S. Giovanni; i giorni di nebbia, pericolosa per i grani e per le uve, sono li 2, 4, 11, 12, 15.

LUGLIO.

181. I tre primi giorni sono assai variabili e piovosi, onde fanno abbassare il caldo. Ma dal quarto, le belle giornate cominciano col caldo; e sono de’ più bei giorni di tutto l’anno, con piccola interruzione verso li 18, 24, e 31, il qual ultimo è un giorno assai turbolento. Il 18, è il giorno più caldo dell’anno. I temporali sono meno frequenti, che in Giugno, e i giorni più critici sono li 12, 18, e pel vento gli ultimi del mese. Succede anche qualche nebbia (ma di raro) pericolosa all’uve, intorno i giorni 12, 17, 28.

AGOSTO.

182. I primi sette giorni sono variabili e piovosi. S. Lorenzo, e la vigilia ed il giorno di S. Rocco, e di S. Bartolomeo, sono assai belli; i giorni temporaleschi non sono in gran numero; le nebbie sono meno rare che in Luglio, ma di minor pericolo. Il 31 è il giorno meno piovoso di tutto l’anno. [p. 98 modifica]

SETTEMBRE.

183. Questo è il più bel mese dell’anno; non già che qualche giorno non sia turbato dalla pioggia, o dai venti; ma ritorna ben colto al buono. Il caldo v’è moderato, le mattine deliziose per il fresco, le aurore chiarissime per il lume zodiacale che si leva dritto dall’orizzonte, come sono belle le sere di Marzo. I giorni 11, 12, 13, sono de’ meno piovosi. Per altro cominciano le burrasche di mare, verso l’equinozio. Le nebbie la mattina diventano più frequenti. Con la Luna di questo mese il tempo si determina ora per tre, ora per sei mesi, come in Marzo.

OTTOERE.

184. I due primi giorni sono assai belli; ma ben tosta si volta ordinariamente al cattivo, ed è capace di continuare fino al fine, eccetta pochissimi giorni. Colla pioggie regnano i venti procellosi; le nebbie crescono, sopra tutto verso li 8. con guasto dell’uve. Per ordinario non si teme più di gragnuola, e dopo il giorno di S. Luca, anche per proverbio, non si sente più il tuono.

NOVEMBRE.

184. Questo è un mese generalmente piovose, sopra tutto nella prima metà. Il giorno 2. de’ morti, si avvicina in bruttezza ai più brutti dell’anno. Ma verso il fine del mese inclina al buono, e una volta v’era la piccola estate di S. Martino, cioè una settimana di giorni tepidi. Le procelle e le nebbie diventano più frequenti, le nevi cominciano verso li 20. [p. 99 modifica]

DECEMBRE

186. Benchè l’inverno cominci in questo mese, e che sia assai piovoso, è capace non ostante di dar delle buone giornate più chè Novembre, sopra tutto verso li 10, e dopo Natale. La Neve pertanto si rende frequente tra li 8, e li 12, tra li 19, e li 24. Le nebbie sono frequentissime; cominciano a durare tutto il giorno, e più giorni di seguito; e colle brume, e colle brine, fanno delle giornate assai triste.

Questa è l’istoria general dell’anno meteorologico quì in Padova, e nella marca Trivigiana. Nel Calendario quì dopo si potrà vedere appresso poco l’indole di ciascun giorno.

187. Avrei dovuto dar l’Istoria dei venti; ma ella è troppo complicata, come generalmente nelle zone temperate. I venti d’ostro e di sirocco, venendo dal mare, ci portano i vapori, e la materia delle pioggie; e non ostante quasi tutte le pioggie, e le nevi, ci vengono coi venti di Nord, e di Nord-Est (che in autunno e in inverno diventano burrascosi) sono questi venti d’ostro e sirocco riflessi dall’alpi. In estate dopo la mezza mattina si leva un piccolo vento di sirocco, che è vento di stagione; gira verso la sera dalla parte di ponente; in fatti, se non v’è ostacolo, i venti fanno il giro dell’orizzonte col sole. In marzo regnano i venti maestrali asciutti; il Libeccio soffia irregolarmente, e lascia ciò che trova, il che è passato in proverbio. I turbini, e le gragnuole vengono d’ordinario per una Quarta obliqua di Ponente.

Note

  1. In questo frattempo mi sono venute alle mani le Osservazioni del sig. Morgagni: io credo che le avesse cominciate molto avanti il 1740, forse col Sig. March. Poleni, forse prima, col Beccari; ho però fatto uso di queste, essendovi notati i venti, i temporali, le gragnuole, le fiumane ec. di più ho fatto uso delle mie osservazioni proprie, fatte dopo, fino al cadente anno 1785. Così questo Calendario Meteorologico, che mi costò grande fatica, diventa osservabile assai, ed è un monumento per il nostro paese: si vede, che non discorda molto dai Calendarj antichi.
  2. Nam qui se in hac scientia (Agriculturæ) perfectum volet profiteri, fit oportet rerum naturæ sagacissimus, declinationum mundi non ignarus, ut exploratum habeat, quid cuique plage conveniat, quid repugnet: fiderum ortus occasus memoria repetat ne imbribus ventisque imminentibus opera inchoet, laboremque frustretur. Cæli et anni præsentis mores intueatur: neque enim semper eundem, velut expræscripto, babitum gerunt; nec omnibus annis eodem vultu venit æstas, aut hyems: nec pluvium semper estver, aut humidus autumnus. Columella Præf. lib. I.
    Porto volentieri questo passo di Columella, perchè, oltre le cognizioni, che inculca a chi vuol essere perito agricoltore, conferma i principali punti della mia dottrina; prima, quello che si è detto or ora di osservare il levar e il nascere delle costellazioni colle impressioni che le accompagnano, venti, pioggie ec. indicate nel Calendario generale, per non intraprendere opere e lavori infelici, senza frutto; in secondo luogo, perchè fa rimarcare la diversità degli anni, le qual diversità (il sole e le fisse essendo sempre nell’istesso sito negli stessi giorni, tutti gli anni) non può dipendere che dalla varia posizione de’ Pianeti, spezialmente della Luna, cui dunque conviene osservare per aver delle congetture buone; ed a ciò serve l’Almanatco Astrometeorologico per ciascun anno.