La meteorologia applicata all'agricoltura/Parte seconda/2/1-2-3
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§. I. II. III. Mezzo di congetturare i giorni soggetti alle mutazioni di tempo, le annate stravaganti, ed il circolo delle stagioni.
129. Nel mio Saggio Meteorologico, (del quale è comparsa in quest’anno una Traduzione Francese (Chambers 1784. 4.) fatta sulla seconda Edizione Italiana 1781. (che si trova presso Storti in Venezia,) e corredata di copiose Note del Traduttore, il dotto Medico Sig. Daquin,) ho esposto il mio nuovo sistema sull’influenza della Luna per poter congetturare, per mezzo de’ Punti Lunari, le mutazioni di tempo. Ne darò quì una sufficiente idea: chi cerca di più, consulti il citato libro.
130. Io parto dalla marea, e pongo per principio, che la Luna non solo produce il flusso ed il riflusso diurno nell’acque dell’oceano, ma ancora induce in questo flusso e riflusso delle alterazioni, secondo i siti nei quali si trova rispetto al sole, ed alla Terra. E questi siti in ogni lunazione sono principalmente dieci: il Novilunio, il Plenilunio, i due Quarti, l’Apogeo, o la massima lontananza dalla terra, il Perigeo, o la massima vicinanza, i due Equinozj, o sia i due passaggi per l’Equinoziale, e li due estremi, che chiamo Lunistizj, settentrionale, e meridionale. Trovandosi, dico, in questi siti la Luna, la marea resta alterata; il che se bene sia noto, la confermo coll’osservazioni di 5. anni fatte in Venezia dalla diligenza del Sig. Temanza, ridotte nel la prima delle citate Tavole, alle quali mi rapporto.
131. Il secondo passo è questo. L’oceano aereo o sia l’atmosfera, debbe soffrire per l’azion della Luna vicende simili a quelle del mare, il che è confessato da’ maggiori Fisici; ma si dubitava, se cotali alterazioni dell’aria fossero sensibili nel Barometro, anzi per vero dire, si negava. Io ho provato tanto nel Saggio Meteorologico Part. III. Art. I. quanto nelle dette Tavole, che il Barometro generalmente si trova più alto nelle Quadrature che nelle Sizigie; più nei giorni intorno l’Apogeo che in quelli intorno il Perigeo; più intorno al Lunistizio australe, che al boreale; ho trovato una grande alterazione nei segni equinoziali, e ne ho reso la ragione. Segue dunque, che l’aria si risente dell’azione della Luna.1.
132. Avrebbe ciò bastato a provare, che la Luna influisce nelle alterazioni dell’atmosfera, dello stato del cielo, o sia del tempo, secondo i suoi varj siti: sapendosi poi in quali giorni debbasi trovar la Luna ne’ siti medesimi, si può fondatamente congetturare intorno a quali giorni si possono attendere delle mutazioni di tempo. Non ostante era bene confermar questo coll’esperienza. Confrontando quindi questi che ho chiamato Punti lunari, coi Diarj delle osservazioni, prima di circa 50 anni, fatte in Padova dall’immortale Sig. March. Poleni e da me; poscia con altri Diarj, di anni, e di climi rimotissimi, per tutte le quattro parti del mondo, ho trovato un con senso mirabile del fatto colla teoria. I numeri risultati per li casi de’ Punti che hanno cambiato il tem- po, con quelli che non l’anno cambiato, sono i seguenti.
cambianti | . | non cambianti | . | in mimini termini | . | |||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Novilunj | 950 | : | 156 | : | : | 6 | : | I | . | |
Plenilunj | 922 | : | 174 | : | : | 5 | : | I | . | |
Primi quarti | 796 | : | 316 | : | : | 2 | : | I | . | |
Ultimi quarti | 795 | : | 319 | : | : | 2 | : | I | . | |
Perigei | 1009 | : | 169 | : | : | 7 | : | I | . | |
Apogei | 961 | : | 226 | : | : | 4 | : | I | . | |
Equinozj Ascendenti | 541 | : | 167 | : | : | 3 | : | I | . | |
— — Discendenti | 519 | : | 184 | : | : | 2 | : | I | . | |
Lunistizj Australi | 521 | : | 177 | : | : | 3 | : | I | . | |
— — Boreali | 526 | : | 186 | : | : | 2 | : | I | . |
133. Questo vuol dire, che di 1106 Novilunj osservati, soli 156 passarono senza sensibile cangiamento di tempo; 950, lo cambiarono di buono in cattivo, di cattivo in buono, ec. e riducendo la cosa a minimi termini, si può scommettere 6 contro 1, che un Novilunio cambierà il tempo; il che dicasi a proporzione degli altri punti.
134. Perchè poi a cagione della differenza nei tre corsi lunari, periodico, sinodico, e anomalistico, e per il progresso degli Absidi nel Zodiaco, giunto al progresso delle lunazioni istesse, alcuni di questi punti non di rado concorrono insieme, si osserva, che allora cresce la loro forza cambiante, la mutazione del tempo è più sicura, e riesce per lo più violenta; il che ho provato col confronto di più di 1000 procelle registrate nell’Istoria; dal che segue, che anche queste appresso poco si possono predire con infinito uso, specialmente de’ naviganti.
135. Quivi propongo di stampare ogni anno, per uso del popolo, un piccolo Almanacco, quale per mia opera si stampa fin dall’anno 1773. in cui sono notati i giorni, ne’ quali cadono i detti dieci punti lunari; ai quali per esperienza ho dovuto aggiungere i Quartali, cioè li quarti giorni tanto avanti che dopo il novilunio ed il plenilunio; poichè in tali giorni ordinariamente cambia il tempo, o prende disposizione a cambiare. Intendo il giorno quarto incirca, col quinto, e talor il terzo.
136. Ho prevenuto altrove gli obbietti, che si possono fare contro questo sistema, e credo d’averli sciolti. Che se alcuno insistesse a dire, che un tal accordo di mutazioni di tempo coi punti lunari, è casuale, risponderò col Sig. di Mairan (a proposito delle figure regolari e costanti nel ghiaccio) ne faccio giudice chiunque vorrà prendersi la pena di verificarlo: questo preteso azzardo arriva troppo sovente, e d’una maniera troppo marcata, per non aver una causa determinante. Dissert. sur la Glace part. II. Sect. VII.
137. Chiunque vorrà con discrezione esaminare un giornale di osservazioni meteorologiche, in cui sieno notati i venti, le pioggie, ed altre mutazioni; vedrà s’è vero questo consenso. Conviene però credere, che la luna in questi siti, congiungendo o separando la sua forza attraente con quella del sole, o col suo or maggiore or minor lume, e calore2, o per elettrizzazione alterata (potendosi i corpi celesti per via del lume, o dell’etere, elettrizzarsi tra loro, or positivamente or negativamente, secondo le circostanze) conviene, dico, credere che la luna in questi dati articoli di tempo promova nel corpo della terra una traspirazione, o evaporazione straordinaria, sorgente dei venti, delle pioggie, e dell’altre meteore. Ma qualunque ne sia la cagione, il fatto è ormai fuor di dubbio, riconosciuto dalle persone attente e imparziali, che osservano con qualche cura il cielo, ed il tempo.
138. Passando oltre, all’occasione del piovosissimo anno 1772. ho potuto fare una nuova applicazione di questi principj, poichè i principj veri sono fecondi. Nel Giornale d’Italia (appresso Milocco Luglio 1772.) ho inserito una lezione sul ritorno delle stagioni, e degli anni stravaganti, il cui contenuto è questo.
139. Avevo veduto in Plinio due passi, che mi diedero motivo di pensare. Dice nell’uno (Lib. 11. c. 97.) che le maree a capo di 8 anni ritornano al loro principio; nell’altro (L. 18. c. 25.) che le stagioni, ad ogni 4 anni, subiscono una effervescenza; ed una notabile alterazione a capo di 3.
140. Nel saggio meteorologico avevo fatto molto uso del periodo dell’apogeo lunare, che si compie in 8 anni e 10 mesi; avevo in oltre ritrovato che la misura della pioggia, tanto a Padova, che a Parigi, si ragguaglia con pochissima differenza nel periodo di 9 anni; dunque mi fu facile conchiudere per l’osservazioni antiche, e moderne, un periodo di 8 in 9 anni nelle stagioni, e nelle annate. L’inspezione della Tavola delle pioggie me lo confermò, considerando spezialmente gli anni più piovosi, e così la Tavola dei morti, quella delle ricolte della campagna ec.
141. Quindi ho potuto anche intendere quella parte del detto di Plinio, che le stagioni si esaltano ad ogni 4 anni; il che è verissimo, e nasce dalla situazione eguale degli absidi della luna, che si succede di 4 in 4 anni, nei segni equinoziali, e appresso poco anche nei segni solstiziali.
142. In oltre questi quarti, o quinti anni, poichè il periodo è tra il 4 e 5, inclinano ad essere stravaganti, per umido, per secco ec. donde forse la querela volgare su gli anni Bissesti, non perchè bissesti, ma perchè quarti. In ciò ero confermato dall’osservare nelle tavole del Barometro, che le aberrazioni massime s’incontrano quando gli absidi lunari sono intorno gli equinozj, ed intorno i solstizj; il che, come s’è detto, succede di 4 in 4 anni circa, e così gli anni eccessivi per le pioggie si trovano col suddetto sito dell’apogeo lunare.
143. Dunque gli anni simili si succedono di 4 in 5, di 8 in 9 anni, o per li loro moltiplici; intendendo queste cose con discrezione e per approssimazione3; e il tutto si conferma non solo coi 50 anni delle nostre osservazioni, ma per l’esperienza di tutti i secoli; e rintracciando nell’istoria gli anni celebri per le inondazioni, si trovano tutte in queste circostanze di tutti non vi può esser memoria; ma io ne ho trovato nell’era nostra quasi 80, de’ quali 51 ebbero gli absidi lunari negli equinozj, 25 ne’ solstizj, ed appena 2 vanno fuori di questa regola. Vedete le Croniche dettagliate nel Saggio Meteorologico.
Note
- ↑ Negli ultimi capitoli della Prima Parte del mio Saggio Meteorologico, ho parlato diffusamente dell’influenza fisica della Luna sui corpi terrestri: posso aggiungere altri fatti.
E prima il Sig. Cavallo, Professore di Fisica sperimentale della Sapienza di Roma, ha sperimentato il primo, che esponendo due recipienti egualissimi pieni d’acqua difendendone uno dalla caduta diretta de’ raggi Lunari con un ombrello discosto tanto che il vaso restasse liberissimo all’aria, l’altro recipiente esposto ai raggi della Luna, in capo a otto giorni si trovò aver perduto, per via d’evaporazione, molto più di acqua di quello che non avea ricevuto i raggi Lunari. Quest’Esperienza fu replicata in Italia, ed anche in Francia con egual successo: e il fatto prova, che il lume Lunare è capace di promuovere l’evaporazione: con tutte quelle conseguenze, e concomitanze di effetti, che si possono pensare, o non pensare.In secondo luogo quelli, che hanno fatto l’esperienza della trasmutazione dell’aria mefitica in aria pura e deflogisticata, nella nutrizione delle piante mediante l’azione della luce, il Sig. Senebier, il Sig. Ingenhousz, ed altri Fisici, provarono, che non solo la luce solare, ma anche la luce Lunare, comunque in minor grado, produce l’istesso mirabile effetto, prova, che la luce Lunare non è morta, o inerte, come i vulgari Fisici vogliono, ma che ha benissimo una forza operativa sui corpi terreni.Queste istesse sperienze provano, che la luce Lunare contiene qualche grado di calore; il che ho provato io con altra induzione nelle memorie di Bologna. Non sia dunque stupore, che produca insieme effetti di maturazione, fermentazione, e di putrefazione ancora. Agli esempj da me citati nell’opera dell’Influenza, posso, col prelodato Sig. Wilson, aggiungerne degli altri.„A 11. gradi di Latitudine Nord. (scrive il dotto Fisico P. I. cap. 5.) nel Mese di Febbrajo, esposti due pezzetti uguali di carne fresca all’aria, ma uno coperto dai raggi della Luna, questo si infracidì più tardi. I pescatori lo sanno in America: non solo di due pesci quello che sta esposto alla Luna si guasta più presto, ma si guastano ancora più presto i pesci pescati di notte, che quelli di giorno; ed attesta esservi innumerabili sperienze nel popolo.
„Dentro i Tropici (continua) è opinione ricevuta, che il chiaro di Luna matura i frutti, ed accelera la vegetazione. L’Autore istesso ha fatto questa sperienza: di 12. cavoletti piantati in una cassella, ne coprì sei dai raggi di Luna dal Primo all’Ultimo quarto della Luna, scoprendoli nel giorno, e questi restarono manifestamente pregiudicati nella vegetazione. La steffa sperienza con pari successo fu ripetuta colle piantine di Lattuca„. Prova anche questa della forza diretta del lume Lunare sui vegetabili.
La luna poi deve agire sui corpi tutti immediatamente, o mediatamente, con quella forza, che produce le Maree dell’Oceano del pari, che quelle dell’Atmosfera. Ella porrà a certi tempi, ed ore, in una specie d’intumescenza, e di rilascio, alternativamente, tutt’i corpi, ma specialmente quelli, che sono composti di fluidi, e di solidi, quali sono i corpi de’ vegetabili, e degli Animali. Il Barometro istesso si risente di quest’azion della Luna, la quale alle Nuove, e Piene Lune solleva il peso dell’Atmosfera: Or è provato che l’acqua bolle più presto in un’aria leggiera e rara, che densa e pesante. Tali impressioni devono ricevere in qualche grado le fermentazioni de’ corpi terrestri, molto più la traspirazione, e la circolazione degli umori ne’ corpi animati, dovendosi riflettere, che l’effetto dell’Attrazione è in proporzione della Massa, e però i corpi più densi debbono maggiormente risentirla; quindi forse l’inquietudine nei membri, che provano i sani, e molto più gli ammalati, nel tempo degli sbilanci dell’Atmosfera, ch’è a dire al tempo dei Punti Lunari.Il lodato Sig. Wilson (cap. 22) reca ancora altri fatti. „Dentro i tropici, dice, vi è generalmente pioggia ad ogni Nuova, e Piena Luna, se a caso non corresse una stagione asciuttissima; ed anche in tal caso, di rado passano questi Punti senza Nuvole in Cielo, o altro evidente moto nell’Atmosfera (il che si osserva del pari ne’ climi nostri)„Se in quei climi i legni della specie più forte vengono tagliati o in Novilunio, o in Plenilunio, si ritrovano più pieni di umore, che in altri tempi; il qual umore fa deperire più presto il legname, occasionando senza dubbio delle fermentazioni; mentre se la stessa specie di legno sia tagliata ne’ Quarti, riesce più solida e più durevole. Questo fatto è generalmente riconosciuto nella Zona Torrida da tutti quelli, che tagliano, e preparano legni forti da negozio, e da moltissimi ne ho preso informazione io stesso.
„I manifattori d’oglio di Castore, in alcune Isole del Zuccaco, raccolgono le noci nella Nuova e Piena Luna, e le trovano piene come 5 a 4 in confronto di quelle raccolte nei Quarti; abbiamo, dice, tal notizia dagl’istessi Manifattori.„Nel traspiantare in quei climi le Piante, se si fa dopo, o presso i Quarti, di raro prosperano, o restano languide per molto tempo; ma colle Nuove e Piene Lune generalmente provano bene; il che penso provenire da questa cagione. Dai Quarti alle Nuove e Piene Lune la dilatazione degli umori, de’ pori, ec. generalmente cresce; perciò perdono le piante nel trasporto troppa sostanza, onde stentano a ripararsi. Dopo le Nuove e Piene Lune la dilatazione và all’opposto restringendosi per gradi; così la pianta non s’impoverisce, e traspiantata può reggere. Perciò asseriscono i Francesi principalmente, che in quelle contrade il Periodo della Luna regola la piantagione di molte piante, e la raccolta dell’erbe per uso medico.“ Perchè vorrassi condannare una tal regola, se senza superstizione, si osservi anche ne’ Climi nostri? - ↑ Di recente ho provato in modo nuovo, coll’osservazioni comuni del Termometro, che la luna riscalda di fatto l’atmosfera più nei giorni che è piena, che quando è scema, e più nella sua estate, che nel suo inverno. Questo è il soggetto d’una memoria, non ancora stampata, che sarà nei Commentarj di Bologna.
- ↑ Ma tutti questi cicli vengono assorbiti dal ciclo delle 223 Lune, le quali abbracciano 18 anni, 11 giorni, 8 ore; nel qual giro si fa la rinovazione del circolo perfetto dei Punti Lunari, e con esso quello delle loro impressioni nell’atmosfera, per conseguenza il circolo o ritorno delle stagioni simili, e prossimamente uguali. Sin dal 1780 mi sono avvisato di applicare questo ciclo astronomico, da Caldei chiamato Saro, alla meteorologia: l’ho esposto nel 1781 in una Memoria Francese, ristampata nel Giornale di Rozier 1782. e da me pure data in Italiano nel Giornale astro Meteorologico 1782. L’esperienza ogni dì conferma viepiù la bontà di questo ciclo, e non dissimulo di provarne molta compiacenza per la sua vera utilità: attualmente che scrivo (23 Nov. 1785) una fiumana annunciata nel Giornale, colla corrispondenza dei diciottesimi anni addietro lo comprova, e tutta la serie delle stagioni nel cadente e precedente anno ben intesa lo deve far rimarcare come cosa fondata, e di grande importanza in questo genere.