La meteorologia applicata all'agricoltura/Parte seconda/2/4
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§. IV. Ricerca d’altri tempi più soggetti alle Pioggie con indicazione delle ore ec.
144. Sin qui abbiamo delle congetture, riguardo alle pioggie, su i giorni, e sugli anni. Seguendo le medesime traccie, col metodo dell’osservazioni comparate, senza perder di vista la teoria, ch’è senza dubbio l’unico e legittimo metodo, quando è quistione di probabilità; ho tentato di circonscrivere altri tempi, altri giorni, fino le ore più soggette alle pioggie.
145. S’è veduto, che il Barometro si tiene generalmente più alto intorno gli apogei della luna, che intorno i perigei; ed intorno le quadrature più che intorno le sizigie; ciò che, per l’indicazione generale del Barometro, m’ha suggerito un aforismo quì dopo, che il tempo, intorno l’apogeo e le quadrature, inclina al sereno, mentre che intorno le sizigie ed il perigeo piega al piovoso. Ho pensato, che le osservazioni di 40 anni potevano illustrare questo punto.
146. Perciò, io ho sommato tutti i giorni che anno dato pioggia negl’intervalli d’una mezza rivoluzione anomalistica intorno del perigeo (preso in mezzo) da una parte, intorno dell’apogeo dall’altra: ho dato 13 giorni solamente al perigeo a cagione della più gran velocità della luna in questo tempo, 14 in 15 all’apogeo. Non ostante, la somma dei giorni piovosi intorno del perigeo sorpassa di molto quella dell’apogeo: poichè in questo spazio di 40 anni, i giorni che diedero pioggia furono in tutti 4154.
Di questi | Giorni Piovosi | 2152. | appartengono al perigeo, |
2001. | all’apogeo: |
L’eccesso dunque del perigeo è di 152 giorni vale a dire ; cioè, se piove 13 volte intorno l’apogeo, ne piove 14 intorno del perigeo.
147. V’è un’altra osservazione da fare, perchè succede qualche volta, che l’intervallo di 14 giorni passa senza pioggia. Ho sommato questi vuoti da una parte, e dall’altra, ne ho provato 40. per il perigeo, 49 per l’apogeo; ciò che prova parimenti l’inclinazione dell’apogeo al sereno, e porge un’altra specie di regola per congetturare lo stato del cielo.
148. Passato ad esaminare gli intervalli delle 4 Fasi della luna colla stessa vista, io contava tosto i giorni di pioggia da una fase all’altra, per esempio dal giorno del Novilunio al giorno del primo quarto: non trovai molta differenza da un intervallo all’altro; ma non prendeva bene le cose; donde si vede, che non basta aver delle osservazioni, nè discuterle in qualunque maniera per aver de’ buoni risultati, ma che bisogna bene interrogarle, perchè rispondano il vero. Considerando dunque meglio la cosa, compresi che bisognava prendere in mezzo il giorno della Fase, e ad essa attribuire i giorni di pioggia avanti e dopo, che erano più vicini ad essa che alla precedente, o alla seguente. In questo modo, ch’è il vero, avendo contato per 40 anni i giorni di pioggia appartenenti a ciascuna fase della luna, ho trovato in somma.
2297 | giorni di | pioggia per le sizigie, |
1854 | per le | quadrature. |
443 | è l’eccesso | delle sizigie, |
che fa un del tutto. Ho contato anche gl’intervalli senza pioggia: ne ho trovato
236 | per | le quadrature |
161 | per | le sizigie |
75 | è la | differenza, |
uguale a ; ciò che prova, quanto più si può sperare di giorni sereni intorno le quadrature, che intorno le sizigie.
149. Incoraggito da questo successo, spinsi le mie ricerche anche sulle ore che possono portare pioggia più che altre. Ma quì i Giornali del Sig. Marchese Poleni mi anno abbandonato; poich’egli non osservava, o non notava le osservazioni, se non per l’ora del mezzodì (eccetto la misura della pioggia): or nell’intervallo di 24 ore succedono molte meteore, venti, temporali ec. che restano così senza esser registrati.
150. Da 8 anni io tengo un registro regolare dei fenomeni meteorologici: ma da principio nè pur io ebbi la cura di notare scrupulosamente le ore di tutte le pioggie, al più io distingueva la mattina, la sera, il giorno, la notte. Solamente da tre, o quattro anni m’è venuto in mente questo pensiero, e vi pongo più d’attenzione. In fatti da quanto trovo aver registrato, ecco ciò che m’è riuscito di ricavare.
151. Ho voluto prima ricercare, se piove più di giorno, o di notte; ed ho trovato, che piove più senza confronto nel giorno, che nella notte: poichè di 1270 pioggie, che io trovo registrate nel mio Giornale con questa distinzione, di giorno e di notte, nel medesimo intervallo di tempo si trovano
881. | Pioggie di giorno, |
389. | Pioggie di notte. |
492. | eccesso delle pioggie di giorno. |
Supponendo anche, che qualche pioggia notturna mi sia sfuggita, benchè io abbia la cura di ricercare a delle persone che vegliano, non è mai da credere, che questo numero uguagliasse quello delle pioggie diurne.
152. La cagione di questa differenza sembra poter essere, l’elettricità dell’atmosfera. Poichè è stato osservato, che questa comincia a manifestarsi al levar del sole, e cessa di dar segni quando tramonta. Donde si potrebbe concludere con probabilità, che sono i raggi del sole e della luce quelli, i quali fregandosi nell’aria vi eccitano l’elettricità: questa elettricità dell’aria tenderebbe a portarsi verso la terra, e con ciò trasporterebbe seco i vapori, o le parti dell’acqua, quando se ne trovasse ragunati in quantità, e con ciò produrrebbe la maggior frequenza delle pioggie nel giorno. Si potrebbe con ciò convalidare il sospetto accennato quì sopra, che i corpi celesti possono elettrizzarsi reciprocamente per mezzo della luce. In questa congettura, la Luna vi avrebbe la sua parte col suo lume riflesso, elettrizzando in più, e in meno la terra, e l’atmosfera; per esempio nel Plenilunio in più, nel Novilunio in meno: questa elettrizzazione in più, e in meno, potrebbe egualmente produrre l’elevazione, e la caduta de’ vapori, che si osserva in questi tempi colla perturbazione dell’aria: nelle quadrature, l’elettricità sarebbe mediocre; donde ne seguirebbe una specie di calma nell’aria, e nel mare. Il levare ed il tramontar della Luna farebbe pure qualche impressione sull’atmosfera; se ne vedrà ben tosto de’ contrassegni sensibili.
153. Per altro si può anche dire, che il calore del giorno innalza più vapori; o che rendendo l’aria più leggiera rarefacendola, li fa distaccare e cadere più facilmente. Quest’ultima congettura è appoggiata all’osservazione seguente.
154. Ho voluto vedere, se piove più frequentemente nell’ore della mattina, o in quelle della sera. La differenza che ho trovato, non è in vero grande; non ostante si vede che piove più dopo mezzodì, che avanti. Poichè di 1019. pioggie marcate colle ore della mattina e della sera nello stesso numero di mesi, furono
578. | pioggie della sera; |
441. | pioggie della mattina. |
137. | è l’ecceffo delle pioggie |
della sera1. Non ostante è da rimarcare una specie d’alternativa da una stagione all’altra. Poichè nella Primavera, in aprile, in maggio, in fatti avanti il solstizio, piove piuttosto la sera che la mattina; dopo il solstizio, avanzando l’Estate, e nell’Autunno, le pioggie, e i temporali succedono più tosto la mattina, poco dopo il levar del sole che la sera. Ciò può nascere, perchè avanti il solstizio le notti sono ancora fresche, e l’aria non è ben riscaldata se non dopo mezzodì; all’opposto nella State, anche le notti sono calde, l’evaporazione è grande, onde il fresco della mattina piuttosto contribuisce a condensare i vapori, e con ciò a farli cadere.
155. Si bramerebbe senza dubbio una regola più precisa sull’ora delle pioggie. Oserò esporre ciò, che l’azzardo m’ha suggerito. Osservavo talora, che al levare e al tramontar della Luna, al suo doppio passaggio per il meridiano, cioè di sopra, e di sotto, vale a dire, nell’ore press’a poco che nel golfo di Venezia la marea comincia a montare, o discendere, che si chiama il voltar dell’acqua, osservavo, dico, o che si alzava del vento, o che si calmava, o che rinforzava; ora il cielo si copriva, o si rompevano le nuvole; la pioggia o cominciava o cessava, o diventava burrascosa ec. Mi venne dunque sospetto, che la Luna colla sua rivoluzione diurna in questi quattro punti principali, dell’orizzonte, e del meridiano, che chiamerò cogli antichi, angoli della Luna, potrebbe dar qualche regola sull’ore delle pioggie, come le dà certe sulla marea.
156. A tal effetto ho disposto in una gran Tavola 24. colonne, per le XXIV. ore del giorno, distinguendo le XII. della mattina, e le XII. della sera. In seguito percorrendo il mio giornale, io mettevo ogni pioggia, di cui trovavo marcata l’ora (e da due anni sono tutte marcate) nella colonna corrispondente a quest’ora. Sul fatto cercavo il sito in cielo della Luna per quel momento, notando il levare colla lettera l, il tramontare colla t, il passaggio per il meridiano di sopra m, di sotto n, se la luna era prossima a questi angoli: se era lontana, tirava una piccola striscia —. In fine ho sommato tutte queste linee da una parte, dall’altra tutte le ziffre: risultò, che nel numero di 760. pioggie così marcate; 646. cominciarono (a una mezzora presso) cogli angoli della Luna; 114. solamente si sottrassero alla regola2.
157. Credo, che vi sia un simile accordo, quando le pioggie e i venti finiscono, specialmente se sono di lunga durata, è l’ho osservato moltissime volte; ma non ebbi il tempo di verificarlo precisamente, non più che di ricercare, se qualche ora del giorno fosse più piovosa d’un’altra; se un angolo della luna tendesse più tosto al sereno, un altro alla pioggia, o al vento ec.
158. Comunque sia, questa scoperta dell’ore mi pare che possa essere di grand’uso per la campagna, per li viaggi ec. Per questo effetto nell’Almanacco proposto qui sopra, sarà a proposito d’aggiungere altre colonne, che marchino per ciascun giorno il Levare, ed il Tramontare della Luna, e l’ore de’ suoi passaggj per il meridiano benchè si possano anche conoscere appresso poco dalle due prime. Così già si trova eseguito nel detto Almanacco, stampato in Venezia.
159. Queste ore, marcate per il Levare e Tramontar della Luna, anno anche altro uso: servono per sapere, quanto tempo ogni notte si goderà del chiaro della Luna; ciò che pure è utilissimo per le opere della campagna, per li viaggi ec.
160. Le ore del passaggio della Luna per il m ridiano, che sono legate con il tempo dell’alta marea, secondo i differenti stabilimenti de’ Porti, servono di regola per entrarvi, ed uscire coi vascelli.
161. Un altro vantaggio si cava dalle cognizioni di quest’ore della Luna. Si è osservato, ed è un proverbio a Venezia, che al voltar dell’acqua si formano i cattivi tempi, e le procelle; ma con questa differenza, che si sostentano più se l’acqua cresce; al contrario se l’acqua cala, si dissipano più presto, le nuvole discendendo in certa maniera coll’acqua del mare.
162. L’istesse ore meriterebbero d’esser osservate dai Medici, e dai Curati, poichè, sebbene non si verifichi il detto d’Aristotele, che gli animali nascono al crescer dell’acqua, e muojono nel calare; non ostante, siccome nei punti di Luna più veementi, gli umori de’ corpi umani, e specialmente degl’infermi, si perturbano maggiormente, ed è osservazione certissima, come ho provato nel Saggio Meteorologico, per le morti improvvise; così anche le ore diurne della Luna meritano osservazione: ed avverto in fine, che questi moti dell’aria sono più vicini all’ora del voltar della marea, che a Venezia anticipa un’ora e mezza incirca l’angolo della Luna, che all’ora istessa del passaggio della Luna per l’orizzonte, o per il meridiano.
Note
- ↑ „Nel Paese di Quito ordinariamente fa bello tutta la mattina fino ad un’ora, o due dopo mezzodì: il cielo è sereno, splendido il sole, l’aria senza nubi. Ma passata quest’ora, i vapori cominciano a condensarsi, l’aria si copre di nere e grosse nuvole, che si convertono ben tosto in procella: allora i tuoni, i lampi, i fulmini, si succedono continuamente: fanno con un fracasso orribile rimbombare le montagne d’intorno, e cagionano spesso delle rovine nella Città, che resta in fine innondata d’acqua; le strade sono cambiate in torrenti, le piazze in stagni malgrado il lor pendio; e ciò dura fino che il sole è sul punto di terminar il suo corso; il cielo torna sereno ec. Così quasi ogni giorno„ D. Jeorge Juan Voyage dans l’Amerique, vol. 1. pag. 240. Si noti, che il Paese di Quito è sotto la Linea, dove regna una Primavera perpetua, come ne’ mesi di aprile e maggio appresso di noi, ove di fatto, d’ordinario, piove dopo mezzodì.
- ↑ Molte di queste 114. pioggie si trovano cogli angoli del sole; le altre esaminando si troverebbero forse negli angoli di qualche pianeta, o stella, o costellazione insigne: il Sig. Graff nei commentarj di Pietroburgo, lo asserisce, e dice che non leva, nè tramonta verun Pianeta, senza qualche moto dell’aria. Questa materia dell’influenza de Pianeti e delle stelle, malgrado la ripugnanza delle opinioni correnti, meriterebbe un maggiore rischiarimento: niun effetto è senza causa, nè veruna causa senza effetto; i Pianeti, legati nel nostro sistema, e le stelle, benchè lontane, sono cose grandi, ed attive. Il difficile è discernere l’azione di ciascheduno, e come dice sensatamente Keplero, in una moltitudine di cause è di effetti, difficile est unicuique ovi agnum suum assignare.