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XXXIII XXXV

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XXXIV. — In questa parte dice lo conto che dappoi che T. si partío dal torneamento, lo re Languis e li cavalieri dela Tavola ritonda e lo re de C. cavalieri sí si maravigliano tutti e diciano: «Chi puote essere lo cavaliere, lo quale hae vinto lo torneamento?» e dimandano del nome del cavaliere, ma non possono sapere neuna cosa di suo essere. Appresso a queste parole, si parte lo re Languis e tutti gli altri cavalieri e ciascheduno andava a sua via. Ma lo re Languis torna egli e madonna Isotta e gli altri suoi cavalieri al suo castello, e T., quand’e’ seppe che lo re tornava, si gli andoe incontro con altri cavalieri. E lo re fece grande festa a T. ET. gli disse: «Chi ha vinto lo torneamento?». E lo re disse che non sapea com’egli avea nome lo cavaliere, ma egli portava le ’nsegne bianche. E allora li baroni incominciarono a guardare T. per lo viso e viderlo ch’avea calterito il volto per gli colpi ch’avea ricevuti sopra l’elmo e diceano infra loro che non può essere che questo cavaliere non fosse ala battaglia. E dappoi che lo re Languis fue tornato nelo suo palagio, incomincioe a fare grande festa ed egli e tutti li suoi cavalieri. E istando in cotanta allegrezza ed egli venne al palagio Gariet, egli ed altri cavalieri dela corte delo re Artue, e lo re Languis lo ricevette molto cortesemente. Ma quando Gariet vide T. ed egli il domandoe e disse: «Cavaliere, com’è lo vostro nome?». E T. gli rispuose e disse: «Cavaliere, voi mi perdonerete ch’io lo mio nome non vi diroe ora». E Gariet quando intese che lo cavaliere volea celare lo suo nome ed egli disse che non sarebe cortesia adimandarlo piú e a tanto lascia Gariet le parole. [p. 41 modifica]


XXXV. — Ma se alcuno mi domanderae se Gariet conoscea T. io diroe che sí, imperciò ch’egli lo conobe in Cornovaglia, quand’e’ fue col’Amoroldo d’Irlanda. Ma appresso a queste parole lo re Languis comandoe che fossero messe le tavole, e dappoi che furono posti a mangiare e lo re incomincioe a parlare del cavaliere del’arme bianche e disse: «Io vorrei innanzi sapere chi è lo cavaliere di quelle arme che guadagnare uno castello». E Gariet disse: «S’io potesse sapere chi si fue lo cavaliere, io istarei qui piú d’uno mese». Tutte queste parole intende bene Braghina, ma ella volea pur dire lo convenentre alo re, ma T. la comincia a guardare ed a farle sembranti che non dica. E dappoi che lo re ebe mangiato e Gariet prese commiato. E lo re gli disse: «Io ti voglio pregare che se tu saprai novelle delo cavaliere dell’arme bianche, che tu mi debie fare assapere tutto suo convenentre». E Gariet dice che questo fará egli volontieri. E a tanto si parte Gariet dela corte e vae a sua via. Ma Braghina che bene intese le parole del re disse: «Re Languis, siete voi si disideroso di sappere chi este lo cavaliere dell’arme bianche?». Ed egli disse: «Io n’ho vie maggiore volontade di conoscello ch’io non dico». Ed ella gli disse: «Al matino il vi diroe». Ma lo re molto si ne fae allegro dele parole che la damigella gli hae dette. Ma alo matino lo re chiamò Braghina e dissele: «Dimi, chi è lo cavaliere?». E ella gli disse: «Lo cavaliere nostro fue quello che guadagnoe lo torneamento e che avea l’arme bianche». E lo re rispuose e disse: «Non può essere vero». E allora disse la damigella: «Cognoscerete voi le ’nsegne, se voi le vedrete?». E lo re disse che sie. Allora lo menoe Braghina ale casse e monstrogli le ’nsegne e l’arme e la sella del distriere. E lo re disse: «Bene avea cotale ’nsegne lo cavaliere». E lo re disse: «Fami venire chi l’acompagnoe al torneamento». E allora Braghina mandoe per gli fratelli, e dappoi che fuerono venuti e lo re disse a loro: «Chi fue lo cavaliere che vinse lo torneamento del re di Scozia?». Egli scudieri dissero: «Lo nostro cavaliere fue quegli che avea l’arme bianche e che vinse lo torneamento e abatteo Pallamides