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40 | la leggenda di tristano |
possiamo sapere chi si sia». E la damigella disse che lo
cavaliere del’arme bianche non iera desso, ch’ella l’avea ben
trovato. E allora sí si maraviglia molto meser Galvano dela
prodezza del buono cavaliere e non si potea pensare chi egli si
potesse essere. E allora si parte meser Galvano e la damigella
per cercare di Lancialotto per lo reame di Longres.
XXXIV. — In questa parte dice lo conto che dappoi che T. si partío dal torneamento, lo re Languis e li cavalieri dela Tavola ritonda e lo re de C. cavalieri sí si maravigliano tutti e diciano: «Chi puote essere lo cavaliere, lo quale hae vinto lo torneamento?» e dimandano del nome del cavaliere, ma non possono sapere neuna cosa di suo essere. Appresso a queste parole, si parte lo re Languis e tutti gli altri cavalieri e ciascheduno andava a sua via. Ma lo re Languis torna egli e madonna Isotta e gli altri suoi cavalieri al suo castello, e T., quand’e’ seppe che lo re tornava, si gli andoe incontro con altri cavalieri. E lo re fece grande festa a T. ET. gli disse: «Chi ha vinto lo torneamento?». E lo re disse che non sapea com’egli avea nome lo cavaliere, ma egli portava le ’nsegne bianche. E allora li baroni incominciarono a guardare T. per lo viso e viderlo ch’avea calterito il volto per gli colpi ch’avea ricevuti sopra l’elmo e diceano infra loro che non può essere che questo cavaliere non fosse ala battaglia. E dappoi che lo re Languis fue tornato nelo suo palagio, incomincioe a fare grande festa ed egli e tutti li suoi cavalieri. E istando in cotanta allegrezza ed egli venne al palagio Gariet, egli ed altri cavalieri dela corte delo re Artue, e lo re Languis lo ricevette molto cortesemente. Ma quando Gariet vide T. ed egli il domandoe e disse: «Cavaliere, com’è lo vostro nome?». E T. gli rispuose e disse: «Cavaliere, voi mi perdonerete ch’io lo mio nome non vi diroe ora». E Gariet quando intese che lo cavaliere volea celare lo suo nome ed egli disse che non sarebe cortesia adimandarlo piú e a tanto lascia Gariet le parole.