La leggenda di Tristano/XCI
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XCI. — Ma in questa parte dice lo conto, che dappoi che lo re Marco ebe messa madonna Isotta nela torre, si come detto è, e egli si fece mettere bando in per tutto lo suo reame, che neuna persona non debia ricordare T., in pena d’essere distrutto, e ogn’uomo lo possa affendere in avere e in persona e sanza nessuno bando. Ma quando Ghedin intese queste parole, fue molto allegro, e incontanente ne incominciò a menare grande allegrezza e grande gioia oltra misura. E disse ali XX cavalieri ch’ierano istati a prendere T.: «Ora potete voi essere molto allegri, dappoi che T. è isbandito di Cornovaglia, sí come voi sapete. Oggimai gli possiamo noi affendere in avere e in persona a tutta nostra volontade». Molto ne menano grande allegrezza tutti li cavalieri di questa aventura.