La leggenda di Tristano/LXXXVII
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LXXXVII. — Or lasciamo lo conto di parlare di T., perché bene lo sapremo trovare, quando luogo e tempo sarae. Ma dappoi che T. si partío delo giudicato delo re Marco, sí come è detto, ed egli si stette per uno grande tempo co madonna Isotta. E lo re Marco, lo quale sostenea pene e dolore assai per amore di madonna Isotta, imperciò ch’egli l’amava di molto grande amore, e incontanente comandoe che C cavalieri sí dovessoro prendere l’arme, e comandoe la caccia incontanente. E dappoi che lo comandamento fue andato, e tutti li cavalieri si vennero al palagio, armati di tutte arme, e tutti li cacciatori altressie. E quando fuorono al palagio, e lo re sí montoe a cavallo e andarono tutti quanti ala caccia e incontanente sí incominciarono a cacciare. Ma sí come lo re Marco sapea tutta la contrada, sí pervenne appresso dela magione dela savia damigella, ma non perch’egli sapesse lá dove si fosse T. E quando fuorono venuti in quella parte, e lo re Marco sí vide pecorai e uomini che guardavano bestie. Ed egli si andoe a loro incontanente e si disse loro e domandogli: «In queste parti e in questo diserto tornerebbe uno cavaliere e una dama, i quali sí hanno co loro in compagnia uno iscudiere e una damigella?». Ed egli si glile disse, sí come uomo che di queste cose non si prendea guardia, e disse: «Voi sí mi domandate di T., delo nepote del re Marco di Cornovaglia, lo quale dimora in questo diserto». E lo re quando intese queste parole, che lo guardiano dele bestie gli avea dette, fue molto allegro. E dissegli: «Dimi, se Dio ti salvi, in quale parte torna T. con quella dama?». Ed egli disse: «M esser, T. sí torna alla magione dela savia damigella». E lo re sí lo domandoe: «Qual è la via per andare a questa magione dela savia damigella?». E lo guardiano dele bestie sí gl’insegnò la via per andare in quella parte. E allora lo re sí comandò a tutti li suoi cavalieri che tutti andassero insieme per quella via: «e se voi incontrate T., sicuramente l’uccidete». E li cavalieri, quando intesero lo comandamento del loro segnore, dissero: «Questo faren noi volontieri». E a tanto sí incominciano a cavalcare inverso la magione dela savia damigella, e a tanto cavalcano in tale maniera che pervennero ala magione dela savia damigella. E quando fuorono in uno prato, lo quale sí era davanti ala magione dela savia damigella, e lo re Marco sí comandoe che XXV cavalieri sí dovessero ismontare da cavallo e dovessero andare dentro ala magione. E comandò loro e disse: «Se voi trovate T., uccidetelo incontanente e non lasciate per nessuna cagione. E se voi non trovate T., si prendete mia dama Isotta e Braguina altressie, e si íla ne menate con voi».