La leggenda di Tristano/CXCVII

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CXCVI CXCVIII

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CXCVII. — Ora dice lo conto, che dappoi che lo re Arturi fue partito con T., e la damiscella, la quale avea menato T., andò e prese la testa dela damiscella, la quale lo re avea morta, e presela pegli capegli, li quali ierano molto begli a vedere, e appicolla al’arcione dela sella delo suo [p. 252 modifica] cavallo, lo quale ella cavalcava. Onde io voglio che voi sappiate, che quella damiscella la quale iera morta sí avea tanto bellissimi capegli, che poche damiscelle erano al mondo che tanto fossero belle quanto lei, salvo madama Isotta la bionda, la quale passava tutte altre dame. Ma dappoiché la damiscella prese la testa, ed ella incominciò a cavalcare molto tostamente e andava con molta grande allegrezza e dicea: «Certo io posso bene dire ora ch’io trovai quello cavaliere, lo quale prese a diliverare lo re Artú; che per mia fé io non vidi unqua neuno cavaliere, che meco avesse diliverato lo re Artú, se egli non fosse. Ma certo questo cavaliere ricorda Lansalot, lo quale è lo migliore cavaliere che sia al mondo. Ma io non so chi egli fosse; ma io posso bene dire che egli fue molto pro cavaliere e molto bello e ardito a dismisura». Ma tanto andoe per sua via, ched ella sí pervenne a Camellotto, e quando fue ala cittade, ed ella sí cavalcò alo palagio reale, lá dov’iera madama la reina Ginevra, e quando ella fue alo palagio ed ella sí cavalcoe nela sala tutta sola a cavallo. E quando ella fue nela sala, ed ella trovoe la reina co molte altre dame e damiscelle, e anche vi erano deli cavalieri di Camelotto, li quali gli faciano compagnia. E neuno deli cavalieri erranti non ierano a corte, imperciò ch’egli erano tutti andati in aventura per trovare lo re Artú. Ma dappoi che la damiscella fue nela sala, e la reina Ginevra sí la ’ncomincioe molto a risguardare, vedendo la testa dela damiscella la quale iera tanto bella, ed aviaia legata pegli capegli ala sella del suo cavallo. Ma la reina non sapea per che cagione o per che aventura ella fosse arivata a corte, ma ella si dolea forte la reina, perch’ella sí credea ch’ella fosse venuta per volere alcuno cavaliere che la diliverasse, per quella testa ch’ella avea ricata seco; e imperciò si dolea la reina, perché non avea neuno cavaliere a corte.