La leggenda di Tristano/CCXXXII
Questo testo è completo. |
◄ | CCXXXI | CCXXXIII | ► |
CCXXXII. — E quando T. vide venire Y.. quella cui tanto amava e cui tanto disiderava a vedere, volentieri si serebbe dirizzato contra di lei; ma elli non puote. Tutta via [fece egli tanto come egli puote, e questo] fue di parlare e di dire: «Mia dama Y., ben vegnate voi. Voi venite a me; ora sappiate che ciò è troppo a tardi; ciò m’è aviso che vostra venuta non mi puote ugiumai fare soccorso. E che vi dirò io, mia cara dama? T. è morto, cui voi giá tanto amaste; elli non puote tanto durare, ché tanto ho combattuto quanto io ho potuto, ma elli non puote piú inanzi, e per ciò li conviene cadere. E che vi dirò io, cara mia dama? Morto sono e voi lo potete bene vedere». La reina che tanto è trista, ch’ella non puote piú piangere né sospirare né fare né dire motto, e quando ella poteo parlare e ella disse: «T., bello tradolce amico mio, è elli dunque in tale maniera che morire vi conviene ora?». «Dama», disse elli «sí, senza fallo: elli conviene che T. muoia, che tanto aveva podere e forza. Vedete che braccia queste sono, mia dolce dama? Ciò non sono mica le braccia di T., che solieno tali colpi donare, anzi sono le braccia d’uno morto. Elli non ha piú né podere né forza. Ma ora sappia lo mondo che T. è al dichino; a fine sono venuti tutti li miei fatti; quelli che valse e tanto fece e che giá tanto fu dottato nel mondo, qui giace morto come una scorza; tutto lo podere ch’elli soleva avere è fallito. O lasso, come fue quello colpo doloroso, che sopra di me fue ferito! Quanto n’è ’l mondo impoverito e venuto meno e abassato!». T. si lamenta che lo male sente, tutto quello giorno, e in tale guisa ch’elli non dice né piú né meno. Nullo di loro non vi dice una parola, elli non v’ha nullo che uno solo motto dica, ma elli fanno tutto chetamente e non ve n’ha nullo che non pianga forte. La reina che tanto è trista, che non dimanda se non la morte, e sta tuttavia dinanzi lui, quella sera e tutta la notte. Elli ha lá dentro tale luminiera, che tutti vi vedono molto chiaro, fuore che T., a cui è lo vedere giá molto turbato.