La fisica dei corpuscoli/Capitolo 2/2

Capitolo 2 - Le leggi delle combinazioni chimiche

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2. — Le leggi delle combinazioni chimiche. — Tra i fatti sperimentali hanno senza dubbio il primo posto le leggi delle combinazioni chimiche. Queste leggi sono il risultato immediato delle esperienze e si possono enunciare in modo che non includano alcuna ipotesi.

Legge fondamentale della chimica.Le sostanze naturali, o ottenute chimicamente, hanno una natura determinata, costante.

Sostanze diverse possono combinarsi dando luogo ad altre sostanze ben definite, ma soltanto in un numero finito e determinato di modi, tanto per ciò che riguarda i corpi che si combinano, come per le quantità relative secondo cui si combinano. Il numero delle sostanze chimicamente distinte è dunque finito.

La costanza della natura e delle proprietà di ciascuna sostanza può anche enunciarsi dicendo che se due sostanze concordano perfettamente in alcune loro proprietà fondamentali, concordano anche in tutte le altre.

Questa legge come si vede è analoga a quella che si verifica per i fenomeni tanto fisici quanto chimici. Senza questa sostanza non si potrebbe parlare di leggi fisiche o di leggi chimiche.

Legge della conservazione della materia. — In ogni processo chimico tanto di analisi che di [p. 17 modifica]sintesi il peso totale delle sostanze che vi prendono parte rimane costante.

E poichè la massa di un corpo, secondo il concetto comune che abbiamo di massa, è proporzionale al peso di esso, si può anche enunciare la legge sostituendo la parola massa a quella peso.

E se quantità di materia è la quantità di massa contenuta in un corpo la stessa legge si può enunciare per la materia.

Questa legge, nella sostanza, fu data per la prima volta da Lavoisier nel 17981.

Legge della conservazione degli elementi. — Gli elementi e i composti sono legati da una relazione univoca in modo che da un composto preparato con determinati elementi non si possono ottenere per analisi altri elementi.

Questa legge enunciata da Ostwald2 è una legge dedotta da tutti i fatti che conosciamo finora. Non è dunque detto che non possa un giorno essere modificata.

Legge delle proporzioni costanti.Ogni volta che due o più elementi si combinano per formare un determinato composto è fisso e determinato il rapporto in peso delle quantità degli elementi che intervengono.

Questa legge, prevista da molto tempo, fu studiata specialmente da Richter (1762-1807), ma enunciata definitivamente soltanto da Proust (1755-1826) dopo le sue controversie con Berthollet circa il 1807.

Legge delle proporzioni multiple. — Quando due elementi formano fra loro diversi composti, le varie quantità in peso di uno degli elementi che si combina con una quantità fissa [p. 18 modifica]dell’altro sono fra loro in rapporto razionale semplice.

Dalton circa il 1803 enunciò questa legge3 deducendola specialmente dai suoi studi sui composti dell’azoto con l’ossigeno, ed estendendola per induzione a tutti i casi. L’esperienza ha confermato sempre l’induzione del Dalton.

Legge dei volumiGli elementi allo stato gassoso si combinano in rapporti di volume razioni e semplici, e i composti allo stato gassoso hanno un volume che sta in rapporti semplici con quelli dei componenti.

È la legge data da Gay-Lussac4 che la riconobbe fin dal 1805 nella composizione dell’acqua, ma la enunciò dopo altri studi nel 1808.

Legge dei pesi di combinazione.A ogni sostanza elementare si può attribuire un peso di combinazione, tale cioè che i rapporti in peso delle varie sostanze elementari che si combinano per formare determinati composti possono essere rappresentati da quelli o da loro multipli.

Questa legge suole essere enunciata in modo diverso, ma in questa forma essa non include nessuna ipotesi ed esprime un fatto dato sempre dall’esperienza.

Tutte queste leggi sono altrettanti fatti sperimentali, e sono troppo note perchè ci si debba fermare più lungamente.

Note

  1. Lavoisier, Traitè de Chimie (1789).
  2. W. Ostwald, Fondamenti di chimica inorganica. N. 42.
  3. Dalton nell’opera citata: New System ecc. (1808).
  4. Gay-Lussac G. L. (1778-1850), Mèmoires de la Soc. d’Arcueil, 2, p. 207.