La discrizione dell'uccellare col roccolo/Al lettore

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Discrizione
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AL LETTORE.


P
Arerà forse inutile ad alcuno di mia Patria la presente diferizione del Roccolo, e del modo d’uccellare con esso, per essere egli avvezzo a tale uccellagione, e per avere sotto gl’occhj continuamente la pratica, e la figura d’esso lui; mà, se gli sarà a grado il leggerla, troverà qualche cosa, ch’egli non sapeva, e, s’altro non fusse, qualche vocabolo proprio di buona lingua ignoto alla nostra usanza di favellare. E comechè da Bergomo ad altri paesi ò appena giunse la fama di tale maniera d’uccellare, ò se pure vi giunse la cognizione, non si rappresentano loro la vera forma, e le circostanze tutte, che concorrono per esercitarla compiutamente, onde non è conceputa in modo, che la curiosità di chi si diletta d’uccellagione s’appaghi interamente a fine di porla in opera; così io, giacchè a nessun’ altro scrittore venne in pensiero di darne prima d’ora contezza, mi sono ingegnato con brevità, e possibile chiarezza farne distinta discrizione, acciò, se qualchuno n’avesse vaghezza, come purtroppo nell’Italia, e [p. 4 modifica]Germania sono molti Principi, e Signori, che si sono procacciati nel nostro contado Uccellatori, e chiamati gl’hanno con mercede convenevole alle loro Ville per introdurvi l’arte di tale uccellagione, acciò dissi, possa piantare a suo piacimento un Roccolo, e passare ne suoi Villaggi l’autunnale stagione, come è costumanza frà noi. In questo libretto vedranno i scrittori della scelta favella, che ancor noi, quantunque abbiamo lo scapito d’essere in Lombardia, usiamo qualche parola, che esprime l’essere di quella cosa, che ci diamo ad intendere di voler significata, e potrebbe meritare d’essere ammessa da gl’ammaestratissimi Accademici della Crusca per la proprietà della significazione. Avvicinandosi dunque la Stagione dell’uccellare, ed essendo io mosso dal fine di compiacere al genio particolare di Bergomo, ed alla curiosità de Forestieri, scrissi questa Operetta, e la consegnai alla stampa, quale mi giova credere, ò Lettore, ti possa riuscire gradevole co’ la speranza di recarti in breve pienissima informazione di tutto l’essere di Bergomo antico, e moderno in tutti gl’ordini di cose, e di famiglie, quand’io abbia vita per compirla, e tù per leggerla; ed intanto ti prego da Dio Signore ogni vero bene.