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mania sono molti Principi, e Signori, che si sono procacciati nel nostro contado Uccellatotori, e chiamati gl’hanno con mercede convenevole alle loro Ville per introdurvi l’arte di tale uccellagione, acciò dissi, possa piantare a suo piacimento un Roccolo, e passare ne suoi Villaggi l’autunnale stagione, come è costumanza frà noi. In questo libretto vedranno i scrittori della scelta favella, che ancor noi, quantunque abbiamo lo scapito d’essere in Lombardia, usiamo qualche parola, che esprime l’essere di quella cosa, che ci diamo ad intendere di voler significata, e potrebbe meritare d’essere ammessa da gl’ammaestratissimi Accademici della Crusca per la proprietà della significazione. Avvicinandosi dunque la Stagione dell’uccellare, ed essendo io mosso dal fine di compiacere al genio particolare di Bergomo, ed alla curiosità de Forestieri, scrissi questa Operetta, e la consegnai alla stampa, quale mi giova credere, ò Lettore, ti possa riuscire gradevole co’ la speranza di recarti in breve pienissima informazione di tutto l’essere di Bergomo antico, e moderno in tutti gl’ordini di cose, e di famiglie, quand’io abbia vita per compirla, e tù per leggerla; ed intanto ti prego da Dio Signore ogni vero bene.