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AL LETTORE.


P

Arerà forse inutile ad alcuno di mia Patria la presente diferizione del Roccolo, e del modo d’uccellare con esso, per essere egli avvezzo a tale uccellagione, e per avere sotto gl’occhj continuamente la pratica, e la figura d’esso lui; mà, se gli sarà a grado il leggerla, troverà qualche cosa, ch’egli non sapeva, e, s’altro non fusse, qualche vocabolo proprio di buona lingua ignoto alla nostra usanza di favellare. E comechè da Bergomo ad altri paesi ò appena giunse la fama di tale maniera d’uccellare, ò se pure vi giunse la cognizione, non si rappresentano loro la vera forma, e le circostanze tutte, che concorrono per esercitarla compiutamente, onde non è conceputa in modo, che la curiosità di chi si diletta d’uccellagione s’appaghi interamente a fine di porla in opera; così io, giacchè a nessun’ altro scrittore venne in pensiero di darne prima d’ora contezza, mi sono ingegnato con brevità, e possibile chiarezza farne distinta discrizione, acciò, se qualchuno n’avesse vaghezza, come purtroppo nell’Italia, e Ger-