Giuseppe Gioachino Belli

1833 Indice:Sonetti romaneschi VI.djvu sonetti letteratura La Mess'in musica Intestazione 23 ottobre 2024 75% Da definire

L'arrède der prelato Lo scànnolo
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

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LA MESS’IN MUSICA.

     Sì, ll’ho ssentit’io puro1 all’Orfanelli2
Sta gran messa a ccappella co’ li soni
D’òbboli,3 de trommette, de trommoni,
De violini, violoni e vvioloncelli.

     E nnun zo’4 mmejjo assai li ritornelli5
Su cquelli nostri cari calasscioni,
Che ssentì ’na gabbiata de capponi6
Che7 tutt’er bono è nnun avé ggranelli?

     E llui che stava immezzo a dajje sotto
Co’ la bbotta obbrigata, nun pareva
Che imminestrassi8 l’ojjo der cazzotto?

     Co’ cquer zu’ muso color de sciscerchia,
Dava a la sorfa sua9 ’na scèrta leva,
Come discessi:10 “A vvoi, tanta de nèrchia!„11

Roma, gennaio 1833.

Note

  1. Pure.
  2. Chiesa di S. Maria in Aquiro, chiesa dell’Ospizio degli Orfani.
  3. Oboè.
  4. Sono.
  5. Vedi [in questo volume] il sonetto... [L’ammalata, 22 nov. 32, nota 7].
  6. Musici castrati.
  7. Il che è spesso adoperato come segno di relazione senza affisso di articolo; come dicesse de’ quali ecc.
  8. Ministrasse, dispensasse.
  9. Solfa.
  10. Dicesse.
  11. Così (facendo un gesto sconcio, consimile a un certo moto del battere il tempo musicale) dice la plebe, per indicare la lunghezza e il movimento di cosa che il lettore troverà notata [in questo volume] al sonetto... [Er padre ecc., 6 dic 32].