La Cicceide legittima/I/LX

Sonetti

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Per lo stesso Soggetto.

lx.
C
Ome, ch’io t’ho nel Cul? Costantemente,

  D. Ciccio, io torno a dir, che non l’ho detto,
     Sapendo molto ben con qual rispetto
     4Teco mai sempre ha da trattar la gente.
Io sono al nome tuo sì riverente,
     Quanto è devoto il Turco a Macumetto,
     Nè del mio puro, e cordiale affetto
     8Hai tu da giudicar diversamente.
Se dunque più con simile partita
     A turbar ti verranno i Susurroni,
     11Dà pur lor francamente una mentita;
Ch’io non t’ho già nel Cul, come supponi,
     Ma t’ho ben presso al Cul circa tre dita,
     14Che quello è proprio il sìto de’ C...