L'impio Furor nel gran tempio di Giano
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XV secolo
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Questo testo fa parte della raccolta Opere (Lorenzo de' Medici)/III. Rime
li
Sonetto fatto per alcuni poeticuli che dicevano Bartolomeo Coglioni dovea fare gran cose che in fine si risolverono in fumo.
L’impio Furor nel gran tempio di Giano
orrido freme, sanguinoso e tinto:
con mille nodi relegato e vinto,
cerca disciôrsi l’una e l’altra mano.
E certamente e’ s’affatica invano,
perché chi s’ha per lui la spada cinto,
giá tante volte è superato e vinto,
che s’egli è vil, parer non vorrá insano.
Dunque resterá pur arido e secco,
quanto per lui Parnaso e ’l sacro fonte,
né per ciò vincerassi il verde alloro.
Conoscesi oramai la voce d’Eco,
né il curro piú domanderá Fetonte,
ma fia quel della fata e del tesoro.