L'impio Furor nel gran tempio di Giano
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XV secolo
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Sonetto fatto per alcuni poeticuli che dicevano Bartolomeo Coglioni dovea fare gran cose che in fine si risolverono in fumo.
L’impio Furor nel gran tempio di Giano
orrido freme, sanguinoso e tinto:
con mille nodi relegato e vinto,
cerca disciôrsi l’una e l’altra mano.
E certamente e’ s’affatica invano,
perché chi s’ha per lui la spada cinto,
giá tante volte è superato e vinto,
che s’egli è vil, parer non vorrá insano.
Dunque resterá pur arido e secco,
quanto per lui Parnaso e ’l sacro fonte,
né per ciò vincerassi il verde alloro.
Conoscesi oramai la voce d’Eco,
né il curro piú domanderá Fetonte,
ma fia quel della fata e del tesoro.