L'aria del volto mio
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IV
Che per bevere lascia di amare.
L’aria del volto mio,
Salvo la mia crudel, nessun la fugge,
Ma lei, che m’arde, e strugge
Nulla fermar poss’io.
5Or tu verso il ruscel corri, Tanagro,
Ove ella siede con superbia tanta;
Dille, che se io non son qual Meleagro,
Ella certo non è qual’Atalanta:
Ma spargasi d’obblio
10Crin d’oro, eburnea man, guancia di rose:
Mie vaghezze amorose
Sian puro vin di Scio;
O quel, che Omero suol chiamar Prannio.