L'amor coniugale e le poesie d'argomento affine/Poesie d'argomento affine/VIII/I
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Traduzione dal latino di Adriano Gimorri
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I
ALLA SUA MORTA ARIADNA1
(dopo il 1491)
Perché ti lagni, o Ariadna? non giusta è la causa del tuo
lamento: ogni sponsale patto la morte scioglie.
Libero io sono: legge non v’è che mi leghi, di colpa
mondo son io: deh, lascia gl’inutili tuoi lagni.4
Legge mi diè un dovere, e legge lo toglie abolita;
libero sono adunque del marital legame.
Ruppe la morte i lacci legali per sempre disciolti,
vincolo piú non vanti, sposo tu piú non hai.8
Che dico mai? Son pazzo? Sussistono i patti sponsali
nostri che Amor già strinse, che consigliava amore,
di fedeltà e d’impegno durevole amor consigliero
fu, che di là da Lete, oltre lo Stige à sede.12
Tu per le amene risplendi fiorite campagne d’Eliso
e tua bellezza eguaglia ogni bellezza antica,
tal che l’invidierebbe, se invidia laggiú le beate
ombre turbasse, forse, delle già morte alcuna.16
Lascia che intanto scherzi la nostra canizie, per poco,
con un terreno, breve, immaginato amore,2
fin che la morte mi chiami, e te, o mia cara, io riveda,
e nuovamente il nodo stringa l’elisio Imene.20
Breve sarà l’attesa: ma se pur breve, molesta:
già vengo a te, o mia cara, schiudimi il molle seno
Bella, prepara le stanze, prepara i tuoi dolci sponsali,
ecco, m’affretto, o Ariadna, stendi il tuo letto caro.24
Io non ignoro quali sospiri sian quei degli amanti,
ma gli aspettati gaudii restano lunghi ancora.
Dura l’affetto quanto i lenti sospiri del cuore,
s’insinua nell’amore sempre un timor discreto.28
Teme chi ama e accresce con quel timor l’amor suo,
che poi cresciuto innalza ogni sua gioia al cielo.
Permetterai pur anche (oh abbi pietà del tuo vecchio!)
ch’egli scherzi sui nordici verdi padani campi,32
che nei giardini scherzi tranquilli del Sèbeto all’onde,
cantando: “Ai cedri, candida ninfa, vieni,”
pur ripensando alle nuove sue nozze oltre al termin di morte
e quale gioia al vecchio e al giovine conviene:36
sonni felici e gioie del letto accresciute di tanto,
le conosciute e quelle giú nell’elisio talamo!
Parla con te la sposa di Ulisse accorto ed Evadne,
Laodomia che in seno del suo marito posa.40
Questi già piú non pensa di Troia alla guerra fatale,
ma della moglie il viso desiderato gode.
Memore quella del duolo, ripensa ai suoi vedovi giorni
e tra delizie nuove l’antico lutto oblia.44
Tali noi presto vivremo (nessuna vecchiaia fu lunga)
Laodamia sarai tu sopra il petto mio.
Col tuo consenso intanto io canti del Sèbeto all’onde
e all’armonie ritmate la bella Stella danzi.48
Col tuo consenso i cigni del Po ricantino al fiume,
canti seguendo Stella dei cigni l’armonie.
Stella dal sen diffonde aromi al fulgor delle stelle,
di quegli aromi in cielo scorrono larghi fiumi.52
Stella le faci accende, però che le altezze del cielo
abita il sol, degli occhi essa la terra imbianca.
Essa le Grazie à compagne, à seco Amore ed a lui
l’Eridano la fiamma or somministra e l’acque.56
A me dunque concedi scherzare quaggiú fino all’ora
che Imen ci ricongiunga nel desïato Eliso.
Breve è l’attesa invero: e dopo la morte perenne
resta ogni cosa: eterna senza mutar piú mai.60