tal che l’invidierebbe, se invidia laggiú le beate
ombre turbasse, forse, delle già morte alcuna.16
Lascia che intanto scherzi la nostra canizie, per poco,
con un terreno, breve, immaginato amore,1
fin che la morte mi chiami, e te, o mia cara, io riveda,
e nuovamente il nodo stringa l’elisio Imene.20
Breve sarà l’attesa: ma se pur breve, molesta:
già vengo a te, o mia cara, schiudimi il molle seno
Bella, prepara le stanze, prepara i tuoi dolci sponsali,
ecco, m’affretto, o Ariadna, stendi il tuo letto caro.24
Io non ignoro quali sospiri sian quei degli amanti,
ma gli aspettati gaudii restano lunghi ancora.
Dura l’affetto quanto i lenti sospiri del cuore,
s’insinua nell’amore sempre un timor discreto.28
Teme chi ama e accresce con quel timor l’amor suo,
che poi cresciuto innalza ogni sua gioia al cielo.
Permetterai pur anche (oh abbi pietà del tuo vecchio!)
ch’egli scherzi sui nordici verdi padani campi,32
che nei giardini scherzi tranquilli del Sèbeto all’onde,
cantando: “Ai cedri, candida ninfa, vieni,”
pur ripensando alle nuove sue nozze oltre al termin di morte
e quale gioia al vecchio e al giovine conviene:36
- ↑ Veramente l’amore per Stella non era solo “immaginato.” È strana nel sincero Pontano quest’alterazione della verità.