L'Isottèo/Madrigali dei sogni
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VII.
MADRIGALI DEI SOGNI.
I.
O bel fanciullo Agosto, o re de ’l bosco,
o diletto de ’l Sole, o Chiomadoro,
o tu che ogni orto cangi in un tesoro,
questa è la voce tua? Ben la conosco,
5Su la gota il tuo caldo alito sento;
bevo il murmure liquido de ’l vento:
miro pe ’l ciel navigli, alti d’argento
cui governano i Sogni, ebri piloti.
Giovami errar con quelli a’ lidi ignoti?
II.
10La luna che pendea ne ’l ciel felice,
come pende da ’l ramo un roseo frutto,
quasi erami a le labbra allettatrice.
Tendeano a ’l ciel, lungh’essi i paradisi,
arbori ingenti; fiorìan l’ombre; il flutto
15era soave; aulìano i vènti elisi.
A noi su ’l capo non fuggiva l’Ora:
la gran legge de ’l Tempo era bandita.
Ella splendea d’un’immortale aurora.
Io bevea da’ suoi cari occhi la Vita.
III.
20Ella reggea con le due man levate
una gran lira; e, andando, in contro a ’l Sole
splendea di tra le corde la sua faccia.
Tutti i Vènti cantavano: — Laudate!
Ritorna a ’l Padre la divina prole. —
25E cantando morìan ne la sua traccia.
Raggiava il padre Sol, di meraviglia,
guardando risalir l’unica figlia.