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II.
10La luna che pendea ne ’l ciel felice,
come pende da ’l ramo un roseo frutto,
quasi erami a le labbra allettatrice.
Tendeano a ’l ciel, lungh’essi i paradisi,
arbori ingenti; fiorìan l’ombre; il flutto
15era soave; aulìano i vènti elisi.
A noi su ’l capo non fuggiva l’Ora:
la gran legge de ’l Tempo era bandita.
Ella splendea d’un’immortale aurora.
Io bevea da’ suoi cari occhi la Vita.