Nel mezzo del timore di questi moti, Federigo III imperadore passò in Italia per coronarsi, e a dì 30 di gennaio, nel 1451, entrò in Firenze con mille cinquecento cavagli, e fu da quella Signoria onoratissimamente ricevuto; e stette in quella città infino a dì 6 di febbraio, che quello partì per ire a Roma alla sua coronazione. Dove solennemente coronato, e celebrate le nozze con la imperadrice, la quale per mare era venuta a Roma, se ne ritornò nella Magna; e di maggio passò di nuovo per Firenze, dove gli furono fatti i medesimi onori che alla venuta sua. E nel ritornarsene, sendo stato dal marchese di Ferrara benificato, per ristorare quello, gli concesse Modena e Reggio. Non mancorono i Fiorentini, in questo medesimo tempo, di prepararsi alla imminente guerra, e per dare reputazione a loro e terrore al nimico, feciono, eglino e il Duca, lega con il re di Francia per difesa de’ comuni stati; la quale con grande magnificenza e letizia per tutta Italia publicorono. Era venuto il mese di maggio dell’anno 1452, quando ai Viniziani non parve da differire più di rompere la guerra al Duca, e con sedici mila cavagli e sei mila fanti, dalla parte di Lodi lo assalirono; e nel medesimo tempo il marchese di Monferrato, o per sua propria ambizione, o spinto da’ Viniziani, ancora lo assalì dalla parte di Alessandria. Il Duca dall’altra parte aveva messo insieme diciotto mila cavalli e tre mila fanti, e avendo proveduto Alessandria e Lodi di gente, e similmente muniti tutti i luoghi dove i nimici lo potessino offendere, assalì con le sue genti il Bresciano, dove fece a’ Viniziani danni grandissimi; e da ciascuna parte si predava il paese, e le deboli ville si saccheggiavano. Ma sendo rotto il marchese di Monferrato ad Alessandria dalle genti del Duca, potette quello, di poi, con maggiori forze opporsi a’ Viniziani e il paese loro assalire.