Istorie fiorentine/Libro sesto/Capitolo 19

Libro sesto

Capitolo 19

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Dopo questa vittoria, il Conte, con il suo vincitore esercito, passò nel Bresciano, e tutto quello contado occupò; e di poi pose il campo propinquo a dua miglia a Brescia. I Viniziani dall’altra parte, ricevuta la rotta, temendo, come seguì, che Brescia non fusse la prima percossa, l’avevano di quella guardia che meglio e più presto avevono potuta trovare proveduta; e di poi con ogni diligenzia ragunorono forze, e ridussono insieme quelle reliquie che del loro esercito posserono avere, e a’ Fiorentini per virtù della loro lega domandorono aiuti: i quali, perché erano liberi dalla guerra del re Alfonso, mandorono in aiuto di quelli mille fanti e dumila cavagli. I Viniziani, con queste forze, ebbono tempo a pensare agli accordi. Fu, un tempo, cosa quasi che fatale alla republica viniziana perdere nella guerra e nelli accordi vincere; e quelle cose che nella guerra perdevano, la pace di poi molte volte duplicatamente loro rendeva. Sapevano i Viniziani come i Milanesi dubitavano del Conte, e come il Conte desiderava non essere capitano, ma signore de’ Milanesi, e come in loro arbitrio era fare pace con uno de’ duoi, desiderandola l’uno per ambizione, l’altro per paura, ed elessono di farla con il Conte, e di offerirgli aiuti a quello acquisto. E si persuasono che, come i Milanesi si vedessino ingannati dal Conte vorrieno, mossi dallo sdegno, sottoporsi prima a qualunque altro che a lui; e conducendosi in termine che per loro medesimi non si potessino difendere né più del Conte fidarsi, sarieno forzati, non avendo dove gittarsi, di cadere loro in grembo. Preso questo consiglio, tentorono lo animo del Conte; e lo trovorono alla pace dispostissimo, come quello che desiderava che la vittoria avuta a Caravaggio fusse sua e non de’ Milanesi. Fermorono per tanto uno accordo, nel quale i Viniziani si obligorono pagare al Conte, tanto che gli differisse ad acquistare Milano, tredici mila fiorini per ciascuno mese, e di più, durante quella guerra, di quattromila cavagli e dumila fanti suvvenirlo; e il Conte dall’altra parte si obligò restituire a’ Viniziani terre, prigioni e qualunque altra cosa stata da lui in quella guerra occupata, ed essere solamente contento a quelle terre le quali il duca Filippo alla sua morte possedeva.